Il clementino predilige i terreni sciolti, di medio impasto, profondi, fertili, ben drenati ed areati, con pH vicino alla neutralità e con un buon contenuto di sostanza organica; rifugge invece quelli compatti, eccessivamente calcarei e salini.
Il clementino necessita di un clima mite e poco variabile nell'anno, con temperatura minima invernale di 5 °C. Anche i venti persistenti possono provocare danni.
Negli impianti di clementino adulti in produzione, ai fini del calcolo della dose di fertilizzanti si possono considerare le sole asportazioni nette, mentre in impianti giovani, nel cui suolo probabilmente non si è ancora instaurato un adeguato ciclo di mineralizzazione delle foglie cadute e del legno di potatura, è meglio utilizzare le asportazioni totali.
L’azoto rappresenta l’elemento più importante. Bisogna considerare per un impianto in produzione che una parte consistente dell’azoto assorbito ritorna al suolo attraverso le foglie e la potatura, mentre le quantità asportate dai frutti dipendono molto dall’entità della produzione stessa. Diversamente da altre colture arboree da frutto, le asportazioni di potassio sono minori di quelle di azoto e calcio, anche in relazione a una sua minore concentrazione nel frutto.
La produzione di clementino oscilla tra le 18 e le 25 ton/ha. In Calabria si sono anche superate le 35 ton/ha.
Le immobilizzazioni e le asportazioni annuali nette attraverso i frutti, per una produzione pari a circa 22-23 ton/ha, in un anno sono pari a 130 kg di Azoto, 50 kg di Fosforo, 120 kg di Potassio, 180 kg di Calcio e 15 kg di Magnesio.
In generale, le asportazioni di nutrienti dipendono anche dall’età dell’impianto.
In suoli alcalini o calcarei è consigliabile prevedere apporti di ferro (1,0-1,5 kg/ha) per evitare fenomeni di clorosi ferrica.