Lattuga

Classificazione coltura: Ortaggi > Insalate
Lattuga - Coltivazione e fertilizzanti consigliati - Colture - Fertilgest
Classificazione botanica
Famiglia: Compositae
Genere: Lactuca
Specie: Lactuca sativa L.
La Lattuga (Lactuca sativa L.) è una Composita annuale che presenta un "cespo" costituito da foglie a spatola o tondeggianti inserite in un breve fusto e serrate in modo da costituire un "grumolo" o "cappuccio" più o meno compatto.
La Cina è il primo produttore mondiale di lattuga, seguito da Stati Uniti, India ed Europa (specialmente Spagna, Italia e Francia).
Le lattughe tra serra e pieno campo coprono una superficie a livello nazionale di quasi 18.600 ettari con una produzione di 438.000 tonnellate, concentrate in Puglia, Lazio e Campania (Dati 2015).
In Italia viene molto coltivata nei vari periodi dell'anno e in differenti ambienti climatici; nei mesi invernali viene coltivata in serra e largamente esportata nei paesi del Nord Europa.
Con l'indivia (che è una cicoria) costituisce il gruppo di insalate più importante, cioè ortaggi da foglie per consumo crudo.
I tipi di lattuga più importanti dal punto di vista commerciale sono: la lattuga cappuccio e la lattuga romana. Esiste anche la lattuga da taglio.
La lattuga è caratterizzata da un ciclo colturale corto, un apparato radicale scarso e poco profondo, che la rende sensibile alla siccità. Essa teme i pH acidi; il pH ottimale si trova tra pH 6,3-7,3. È molto sensibile alla salinità.
La lattuga è anche molto esigente per quanto riguarda l’acqua d’irrigazione, ne teme il contenuto in cloro e la salinità.
Sul piano climatico, la lattuga è una pianta con scarse esigenze termiche; grazie ad una vasta gamma di varietà è possibile coltivarla tutto l’anno, tra il pieno campo e la serra.

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La lattuga è una coltura che si adatta bene a tutti i tipi di terreni, dai sabbiosi agli argillosi, anche se preferisce quelli profondi, di medio impasto, freschi con un buon drenaggio e ricchi di sostanza organica.
Le rese e gli asporti sono nettamente inferiori per le produzioni invernali, soprattutto per il fosforo. Alcuni autori segnalano la carenza in fosforo come uno dei principali problemi per le colture in terreni freddi.
La lattuga è sensibile alle carenze in boro, in molibdeno, in zinco ed in rame. Per prevenire queste carenze, apportare regolarmente dei fertilizzanti contenenti microelementi.
Lattuga Cappuccina: le rese unitarie si aggirano sui 20-25 ton/ha.
Lattuga Romana: le rese unitarie si aggirano sui 30-40 ton/ha. Le rese ad ettaro possono essere anche più elevate (fino a 80 ton/ha) in caso di terreni particolarmente fertili e con 4-5 cicli all'anno in serra.
 
Per la concimazione azotata è fondamentale assicurare un buon apporto di sostanza organica interrata prima dell’inizio dei cicli colturali. l’azoto minerale è invece da apportare in copertura o in fertirrigazione, nelle forme nitrica e ammoniacale, dato che ognuna di queste forme azotate agisce e viene assorbito dalla lattuga in modo differenziato.
Bisogna fare molta attenzione agli eccessi di azoto, sia minerali che organici. Essi favoriscono gli attacchi fungini e ritardano la maturazione del cespo.
Occore prestare attenzione anche agli accumuli di nitrati nel prodotto finale.
È dimostrato che in terreni freddi si possono manifestare delle carenze di Fosforo. In coltura protetta la lattuga approfitta molto bene del fosforo residuo della coltura precedente per cui l’apporto di questo elemento non è così indispensabile come per le colture in pieno campo.
 
I fabbisogni di potassio sono maggiori in inverno piuttosto che nei periodi con la lunghezza del giorno in crescita o a giorno lungo.
Alcuni autori sostengono che si abbia un rapporto K/N pari a 4 in inverno e pari a 3 in primavera. Inoltre sembra che questo rapporto abbia un’influenza sulla necrosi marginale delle foglie. Nei terreni con scarsa disponibilità di potassio, o in coltura invernale, risulta positiva un’applicazione di nitrato di potassio mediante fertirrigazione prima che cominci a chiudere il cespo.
La lattuga è sensibile al cloro, di conseguenza bisogna escludere l’utilizzo del cloruro di potassio.

 
Lo ione Ca++ partecipa alla costituzione della parete cellulare e della lamella mediana che si forma nel processo di divisione cellulare. All’interno della pianta il Calcio è trasportato unicamente per via xilematica in maniera passiva, seguendo il flusso traspiratorio. È un importante elemento per lo sviluppo corretto dell'apparato radicale.
Apporti di calcio (per esempio mediante fertirrigazione) sono suggeriti in suoli scarsamente dotati di questo elemento o in fuori suolo con acque irrigue contenenti poco calcio.
In genere, per evitare carenze di calcio occorre non eccedere nella fertilizzazione azotata. Un aumento del contenuto in calcio accresce la resistenza alle malattie fungine e alla necrosi marginale (Tip-burn).

 
Come per tutte le piante, il magnesio è essenziale nella sintesi della clorofilla. La coltivazione della lattuga non ha particolari problemi a riguardo del magnesio, a condizione che il terreno ne sia normalmente dotato e che la concimazione potassica non sia troppo elevata.
Coltura in pieno campo
Per l’azoto ed il potassio, il periodo di più intensa asportazione coincide con la differenziazione dell’apice caulinare e con il periodo di maggiore produzione. L’impiego di fertilizzanti organici è sempre consigliabile.
È stato accertato che il calcio migliora la serbevolezza dei cespi, ed il magnesio ne migliora la colorazione delle foglie.
Nel caso di coltivazione invernale si raccomanda di aumentare la dose di nutrienti a causa del maggior dilavamento e delle basse temperature.
È buona regola apportare la maggior parte del fosforo e del potassio prima dell’impianto, e frazionare più possibile l’apporto azotato.
La fertirrigazione si conferma la pratica più interessante per facilitare il frazionamento dell’azoto.
 
Coltura in ambiente protetto
Oltre alle considerazioni già fatte per la coltivazione in pieno campo, per la coltura in serra le cure colturali saranno più attente, specialmente per quanto riguarda l’irrigazione e la concimazione in copertura. Questa dovrà essere un po’ più ricca, facendo sempre attenzione al fatto che la lattuga non sopporta la salinità.
È buona norma applicare i fertilizzanti con la fertirrigazione, con turni frequenti, sottoforma di soluzione nutritiva alla concentrazione di 1,4-1,7 g/l di nutrienti.
L’irrigazione è uno degli strumenti essenziali per ottenere una produzione abbondante e di buona qualità. È importante mantenere un costante grado d’umidità nel terreno, senza mai provocare ristagni d’acqua. La lattuga non tollera acque con salinità superiore a 2,0-2,2 µS/cm.
Il sistema d’irrigazione può essere a pioggia, preferendo in ogni caso la microirrigazione e la fertirrigazione.
 
La lattuga in coltivazione idroponica ed aeroponica in serra.
Si tratta di una tecnica colturale dove le piante non crescono su un substrato solido (come terra, torba, lana di roccia, fibra di cocco, ecc.) ma con l’apparato radicale immerso nell’acqua.
La tecnica di coltivazione idroponica più utilizzata è il “Floating system” caratterizzata dalla coltivazione delle piante in appositi alveoli galleggianti in vasche con 25-30 cm in altezza di soluzione di acqua e nutrienti.
La tecnica aeroponica si caratterizza invece per l’assenza di qualsiasi substrato solido o liquido, dove le piante vengono alimentate esclusivamente da una soluzione nutritiva acquosa nebulizzata sulle radici, in appositi contenitori o canalette, contenente in opportuni dosaggi i macro e micro nutrienti necessari.
 

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