Fertilità e salute del suolo: strategie agroecologiche e rigenerative
Un evento dedicato alla qualità dei suoli organizzato dalla Fondazione Fresh presso il Campus Unitec lo scorso 24 ottobre 2025. Un ricco panel di esperti ha cercato di rispondere con soluzioni concrete alle principali sfide della frutticoltura moderna
I saluti di Angelo Benedetti, presidente della Fondazione Fresh, in apertura del convegno
Fonte immagine: AgroNotizie®
La qualità della frutta nasce da un suolo sano, dove per suolo non s'intende un semplice substrato inerte, ma un organismo vivo, complesso e fragile. Infatti, i servizi ecosistemici che garantisce sono diversi: dalla regolazione del microclima alla difesa idrogeologica, fino alla conservazione della biodiversità e del paesaggio agrario storico.
Questo il focus del convegno "Salubrità del suolo imprescindibile per le produzioni frutticole di qualità", promosso dalla Fondazione Fresh e svoltosi lo scorso 24 ottobre 2025 presso il Campus Unitec di Lugo di Romagna (Ra).
L'iniziativa ha riunito ricercatori e studiosi internazionali per affrontare uno dei temi più urgenti per il futuro dell'agricoltura: la protezione e la rigenerazione del suolo, risorsa non rinnovabile e patrimonio essenziale dell'agroecosistema.
Ad aprire l'evento è stato il presidente della Fondazione Fresh Angelo Benedetti che ha introdotto le tre sessioni tematiche, dedicate alla gestione sostenibile della fertilità, alla salute e qualità del suolo, e al ruolo dei biostimolanti come strumenti di supporto alla rigenerazione biologica.
Fertilità del suolo: strategie per l'ortofrutta di qualità
L'ortofrutta italiana si sta confrontando con un progressivo impoverimento della fertilità dei terreni, spesso causato da pratiche intensive, ristoppi, lavorazioni eccessive o uso prolungato di fertilizzanti minerali.
Il convegno ha offerto una panoramica aggiornata sulle opportunità che la ricerca moderna mette a disposizione e sulle strategie sostenibili per preservare e potenziare la fertilità naturale di un suolo, in un'ottica sempre più agroecologica e rigenerativa.
Infatti, "la maggior parte dei suoli agrari italiani soffre di un impoverimento delle proprie risorse naturali, ed è quindi necessario sostenere la resilienza e la vitalità biologica di questo patrimonio comune" sottolinea il professore Luca Corelli Grappadelli dell'Università di Bologna, tra i promotori della Fondazione Fresh.
Occorre però tenere presente che il recupero della fertilità perduta non è mai completo: anche interventi come sovesci o cover crops non riescono a ripristinare del tutto la composizione minerale di partenza. L'inerbimento naturale, se ben gestito, può però favorire l'accumulo di sostanza organica e carbonio nel suolo, migliorandone la struttura e la biodiversità, grazie al rapido turnover delle essenze erbacee dell'interfila.
Agroecosistemi in frutteto: il ruolo di carbonio, inerbimenti e microbioma
Durante il convegno, diversi relatori hanno condiviso esperienze e prospettive sul ruolo del suolo nei moderni sistemi di produzione frutticola.
Il dottor Edoardo Costantini, past president dell'International Union of Soil Sciences, ha introdotto l'approccio agroecologico integrato in frutteto, cioè un sistema di progettazione consapevole e calibrato sul territorio dell'impianto, che si avvale di una gestione agronomica mirata basata sulla conoscenza del terreno. L'obiettivo di questo sistema è proprio la difesa e la salvaguardia del suolo e delle sue funzioni ecosistemiche, incluse qualità e bellezza del paesaggio.
E a proposito di fertilità dei suoli agrari, gli attuali sistemi di gestione dei frutteti moderni permettono davvero di accumulare carbonio organico nel terreno, componente essenziale della fertilità?
A questa domanda ha provato a rispondere il professore Massimo Tagliavini della Libera Università di Bolzano, esperto di ecofisiologia degli alberi da frutto e nutrizione minerale. Non sempre c'è una correlazione diretta tra l'incremento del carbonio organico presente in un suolo e la resa. Certamente trattamenti precisi e mirati come quelli in fertirrigazione possono risultare più efficaci nell'apportare nutrienti ed elementi minerali utili alle colture. Ci sono anche strategie agroecologiche che possono contribuire positivamente ad aumentare la fertilità di un suolo, come l'inerbimento dell'interfila o la simbiosi con batteri azotofissatori per aumentare l'azoto disponibile alle colture.
Anche Brunella Morandi, professoressa dell'Università di Bologna, ha sottolineato la necessità di riprogettare il frutteto come un agroecosistema, valutando attentamente la scelta e l'effetto delle cover crops sulla biodiversità e sulla fisiologia dell'albero e dell'impianto, per evitare fenomeni di competizione o tossicità.
La gestione sostenibile del suolo in frutteto si può quindi realizzare con inerbimenti mirati, consociazioni studiate e riduzione delle lavorazioni profonde, per prevenire erosione e compattamento.
Tra i temi affrontati e condivisi dagli altri relatori, è emerso anche il ruolo del microbioma come elemento chiave nella conoscenza dei suoli per poterli rigenerare e migliorare la salute delle colture. La conoscenza della composizione microbica di un suolo può diventare un vero e proprio strumento decisionale su cui basare i possibili interventi agronomici.