Lo spinacio ha basse esigenze termiche e una buona tolleranza al freddo nella fase di rosetta. Germina con temperature minime di 3-5 °C, anche se la temperatura ottimale di germinazione è compresa tra 10 e 20 °C. La pianta si accresce in maniera ottimale con temperature medie comprese tra 15 e 18 °C; al disopra di 25 °C la fotosintesi è notevolmente rallentata.
È una pianta longidiurna, con una rapida induzione a fiore quando il fotoperiodo supera 12 ore (maggio-agosto).
Lo spinacio, in relazione al suo ciclo di media o breve durata, è coltivato di frequente come intercalare nel periodo autunno-vernino con semina in agosto-settembre. Trova le migliori condizioni fitosanitarie quando si osservano rotazioni di 3-4 anni. Si realizzano anche colture primaverili soprattutto nel Centro-Nord, dove si effettuano colture destinate all'industria dei surgelati.
Gli elementi che determinano l’inserimento dello spinacio nell’avvicendamento sono la durata breve del ciclo e la possibilità di effettuare la coltura in periodi dell'anno molto diversi. Per il primo aspetto lo spinacio è considerato una coltura intercalare trovando possibile collocazione tra due colture principali, ma può assumere anche la funzione di coltura da rinnovo in quanto gli interventi al terreno (dotazione di elementi nutritivi, effetto delle lavorazioni, ecc.) non si esauriscono con la coltura stessa.
Sistemazione del terreno
Il terreno deve essere ben preparato. Dopo un’aratura a 30-35 cm, si esegue un affinamento e la sistemazione in porche o aiuole rilevate di 10-20 cm, particolarmente importante nelle colture autunno-vernine per evitare ristagni d'acqua.
Poiché lo spinacio viene largamente coltivato anche in stagioni caratterizzate da abbondanti precipitazioni, la preparazione del terreno richiede specifica attenzione al fine di ridurre i rischi di ristagni d'acqua particolarmente dannosi alla pianta, anche sul piano qualitativo (ingiallimento delle foglie esterne). Le operazioni di affinamento o amminutamento superficiale del terreno per la preparazione del letto di semina sono accompagnate dal livellamento della superficie, soprattutto necessaria con la raccolta meccanica. Quando la coltura viene effettuata su terreni che presentino difficoltà di sgrondo delle acque ed il ciclo colturale si svolge in periodi ad elevata piovosità, si preferisce sistemare il terreno a prose, delimitate lateralmente da solchi che assumono la funzione di drenaggio delle acque oltre che, con la raccolta meccanica, di zona di transito delle ruote delle macchine.
La larghezza delle prose è variabile tra 1,0 m e 1,5 m con raccolta manuale, mentre è in funzione del passo delle macchine con la raccolta meccanica.
Semina
La semina può essere fatta a spaglio oppure a macchina, in file distanti 20-30 cm, con interramento a 1-2 cm di profondità.
La quantità di seme da impiegare varia con la cultivar e con la raccolta, manuale o meccanica. Si passa così dai 20-25 kg/ha per le cultivar destinate al consumo fresco a raccolta manuale, sino ai 35-40 kg/ha di seme per quelle da industria a raccolta meccanica.
La semina viene normalmente effettuata a file, con seminatrici, senza eccezioni sul metodo per le coltivazioni destinate all'industria.
La distanza tra le file, nel caso di raccolta meccanica, si riduce a 15-20 cm e, sulla fila, a 5-7 cm: in tal modo si ottiene una densità di circa 100 piante/m2 che, però, può aumentare con cultivar ad accrescimento contenuto. Con la raccolta manuale la distanza tra le file passa a 25-30 cm.
L’epoca di semina è in funzione del periodo colturale che può svolgersi in primavera, estate, estate-autunno, autunno-inverno. Per la destinazione all'industria, le semine possono essere effettuate da fine febbraio a fine marzo e da fine agosto a fine settembre.
Concimazione
La determinazione dei fabbisogni nutritivi per la concimazione si basa, come per altre specie, sul principio del reintegro delle asportazioni tenendo anche conto sia del tipo di raccolta (unica o scalare) e sia dell'epoca colturale che determina una variazione, anche sensibile, del ciclo vegetativo e, quindi, delle possibili perdite di elementi nutritivi.
Gli apporti di azoto subiscono incrementi anche considerevoli nel caso di coltura autunno-vernina per compensare le perdite di questo elemento causate dalle piogge normalmente abbondanti.
L’effetto di elevati quantitativi di azoto, pur incidendo favorevolmente sulla produzione, determina un incremento del contenuto di nitrati e di acido ossalico delle foglie con aspetti negativi sulle caratteristiche dietetiche.
La distribuzione dei concimi fosfatici e potassici può avvenire con i lavori preparatori del terreno per la semina, avendo però cura di non interrare i fertilizzanti oltre i 15-20 cm.
L'apporto di sostanza organica alla coltura precedente risulta favorevole perché aumenta la produttività.
Irrigazione
Per la ridotta espansione dell'apparato radicale e per la tendenza alla prefioritura in condizioni di carenza idrica, lo spinacio richiede una costante disponibilità di acqua nel terreno. L'irrigazione viene effettuata con il metodo per aspersione con media intensità di pioggia. Generalmente, nel periodo estivo-autunnale, sono sufficienti, data la brevità del ciclo colturale, da 3 a 5 interventi per soddisfare le esigenze della coltura.