Per la coltura in pieno campo, il cocomero apprezza una buon apporto di sostanza organica ben decomposta ed un apporto come concimazione di fondo di elementi nutritivi minerali come fosforo e potassio. La restante parte di elementi nutritivi vengono forniti in copertura con l’utilizzo di fertilizzanti chimici, con risultati soddisfacenti.
Attenzione: una concimazione troppo elevata può pregiudicare la precocità e la qualità dei frutti.
Il pH può variare da 6 a 7, quello ottimale è attorno a 6,5-6,7.
Tollera moderatamente la salinità delle soluzioni circolanti (1-1,6 per mille).
Impianto
L’impianto - una volta con semina diretta in campo - ora si esegue quasi tutto con trapianto di piantine allevate in vivaio.
L’innesto erbaceo su cocomero, viene praticato allo scopo di risolvere problemi fitopatologici radicali, come ad es. Fusarium, Verticillium, o colturali in condizioni di stress ambientale dovuto a fattori abiotici (freddo, caldo, elevata salinità).
Dopo l’eliminazione dei principali geodisinfestanti (bromuro di metile in primis), l’impiego di portinnesti è una delle soluzioni maggiormente apprezzate e promettenti.
Grazie all’innesto, l’apparato radicale è più vigoroso ed è sinonimo di un apparato radicale più esteso, ramificato ed efficiente nell’assimilazione degli elementi nutritivi e nell’assorbimento dell’acqua. Un notevole beneficio si nota, quindi, anche in funzione delle resistenze sopra menzionate.
Dato il portamento strisciante e la lunghezza degli steli il sesto d’impianto è alquanto largo: molto comune per le varietà tradizionali a grande sviluppo è quello di 2-3 m tra le file e 1-2 m sulla fila. Con varietà a frutto piuttosto piccolo (Mini Anguria) la fittezza può essere alquanto superiore, realizzata, ad esempio, distanziando di 1 metro per 1 metro.
Fertilizzazione
Gli apporti azotati, prevalentemente localizzati con la fertirrigazione, saranno fatti a partire dal diradamento o appena dopo l’attecchimento se da trapianto. Si può utilizzare azoto sotto forma di nitrato di potassio o nitrato di calcio.
In particolare per la coltura semiforzata e forzata in serra, il cocomero è una coltura che valorizza molto bene la fertirrigazione e anche la concimazione fogliare. Per entrambi le tecniche è consigliabile apportare anche dei microelementi come ferro, boro, manganese e zinco.
Irrigazione
Le esigenze irrigue sono elevate sin dall’inizio dell’allegagione, fino al termine dell’ingrossamento dei frutti; in prossimità della maturazione le disponibilità idriche dovrebbero ridursi.
In generale, nelle zone dove non piove durante il ciclo colturale, occorre un volume stagionale irriguo di 3.000-4.500 mc/ha.
Nelle colture a terreno scoperto l’irrigazione può essere fatta anche con sistemi ad aspersione, mentre nelle colture pacciamate si esegue frequentemente con sistemi di microirrigazione come la distribuzione goccia a goccia.