L’actinidia ha esigenze nutritive durante tutta la stagione vegeto-produttiva, ed in particolare nel periodo che va dal germogliamento all’allegagione essa richiede un picco elevato di elementi nutritivi come l’azoto.
L’intero ciclo di sviluppo della coltura è stato suddiviso in 5 fasi fenologiche. La loro durata può variare secondo le diverse condizioni colturali, ma restano ben definite nelle specifiche fasi vegetative le esigenze in azoto. Ogni fase ha in % una ben definita esigenza in azoto, secondo la quale può essere impostato un dettagliato programma di fertirrigazione.
Concimazione
Le sostanze di riserva accumulate nella pianta sono utilizzate dalla stessa al momento del risveglio vegetativo fino all’inizio fioritura, per cui è bene apportare le concimazioni anche dopo la raccolta e ripartire poi con la concimazione primaverile dopo il risveglio vegetativo.
Con la fertirrigazione, le quantità di elementi nutritivi si possono ridurre del 20-30%. Questa tecnica di concimazione è utile per distribuire gli elementi nutritivi sotto forma di fertilizzanti solubili ed i microelementi, proprio grazie ad un’azione tempestiva di intervento.
La fertirrigazione esalta anche l’attività dei chelati di ferro necessari in caso di clorosi. La clorosi nei terreni pesanti va prevenuta favorendo il drenaggio delle acque, razionalizzando gli interventi irrigui (pessimo il sistema per scorrimento) e aumentando la dotazione di sostanza organica nel terreno.
La clorosi da calcare va curata con somministrazioni di chelati di ferro effettuate fin dalla comparsa dei primi sintomi, distribuendo ripetutamente pochi grammi di prodotto per pianta con la fertirrigazione. La somministrazione per via fogliare va adottata in casi di estrema necessità.
Concimazioni a base di calcio.
La parte di Calcio asportata dal frutto vale circa il 6-8% mentre la parte asportata dalle foglie vale anche il 90%. Per cui la maggior parte del calcio ritorna al terreno con la caduta delle foglie.
Occorre valutare il contenuto in calcio nel terreno ma, ancora più importante il contenuto in calcio dell’acqua d’irrigazione, dove spesso dalle analisi chimiche si leggono valori elevati o molto elevati in ione Calcio (Ca++).
Per esempio, con un’acqua che ha un contenuto di 80 mg/litro di Ca++, si apportano 80 kg di Ca++ per ogni 1.000 m3 di acqua. Potete valutare facilmente che per es.: con un apporto irriguo di 5.000 m3/ha, si apportano 400 Kg/ha di Ca++, che corrispondono a circa 560 Kg/ha di CaO (400 x 1,4=560) che corrispondono al Calcio apportato da circa 2.000 Kg di Nitrato di Calcio (15,5-0-0+26,5 CaO) con il quale però si apportano anche oltre 300 Kg di Azoto Nitrico.
Sovente, gli agricoltori ricorrono a specifici trattamenti nel tentativo di incrementare il contenuto di calcio nel frutto del kiwi. Per una migliore efficacia degli apporti di calcio alla pianta invece, è consigliabile effettuare le concimazioni calciche alle prime settimane successive all’allegagione, quando le cellule degli strati più esterni del frutto sono ancora verdi, vitali e non suberificate e soprattutto perché hanno ancora un certo valore di traspirazione.
Durante questo periodo si devono garantire le condizioni idriche ottimali nel terreno, inoltre la forma di allevamento e la sua gestione devono favorire l’esposizione dei frutti e la circolazione dell’aria all’interno della chioma, in modo da favorire la traspirazione e la traslocazione del calcio nei frutti, e se necessario un apporto fertilizzante di calcio.
Irrigazione
L’actinidia ha necessità di un elevato volume di adacquamento, valutato attorno a 4.000/7.000 m3/ha, in relazione al tipo di terreno ed alle condizioni climatiche.
Importante la qualità dell’acqua: l’acqua di irrigazione va analizzata in quanto contenuti di cloro o di sodio superiori a 70 mg/l non permettono all’actinidia di svilupparsi normalmente.
Il metodo irriguo più adatto per l’actinidia è quello localizzato ed in particolare quello a goccia o a micro-sprinkler.
L’inizio della stagione irrigua, i turni ed i volumi di adacquamento sono in funzione dell’evaporazione, dell’ambiente, dell’incremento della superficie traspirante e della riserva idrica contenuta nel terreno.
Non si deve eccedere nell’irrigazione per evitare eccessi di vegetazione che creano condizioni favorevoli all’insediamento della Botrytis, i cui effetti emergono durante la conservazione, si ripercuotono negativamente sullo sviluppo dei frutti e sulle loro caratteristiche organolettiche, e possono essere la causa scatenante della cosiddetta “Moria del Kiwi”.