Per redigere piani di concimazione adatti alle diverse tipologie di coltivazione, è necessario conoscere le caratteristiche chimico-fisiche del terreno, l’analisi chimica dell’acqua e il sistema irriguo.
Quando è ancora possibile, una concimazione di fondo con un buon stallatico è una buona regola, ma sembra essere una pratica più utile per mantenere una buona struttura del terreno che per gli apporti nutritivi. La concimazione organica deve essere integrata dalla concimazione minerale in particolare con la fertirrigazione durante la coltivazione.
Il periodo di coltivazione e quindi di concimazione varia a seconda delle varietà, e in funzione della tecnica di coltivazione, su suolo o in fuori suolo.
Le varietà rifiorenti (precoci a giorno lungo) si trapiantano a luglio-agosto, e si fa una prima raccolta a fine estate/autunno, poi dopo il riposo invernale e la ripresa in fine inverno-primavera, inizia la produzione più importante da marzo a settembre.
Le varietà non rifiorenti (molto precoci a giorno corto) si trapiantano da luglio a settembre e la raccolta è primaverile.
È buona norma somministrare i fertilizzanti con la fertirrigazione, con turni settimanali più o meno stretti, utilizzando una concentrazione della soluzione nutritiva pari a 1,0-1,5 per mille.
Coltura Fuori Suolo
La coltivazione fuori suolo prevede la distribuzione dell’acqua e del fertilizzante più volte al giorno. I fertilizzanti sono sciolti nell’acqua e la loro concentrazione viene valutata misurando la Conducibilità Elettrica (EC) che varia in funzione diretta della concentrazione di elementi nutritivi sciolti nell’acqua.
In una coltura fuori suolo l’impianto di distribuzione della soluzione nutritiva rappresenta il nucleo centrale del sistema, infatti, esso assicura la soluzione e la distribuzione dell’esatta quantità di fertilizzante nell’acqua d’irrigazione. Estrema importanza riveste il sistema di filtraggio poiché piccole impurità possono ostruire l’impianto a goccia, con conseguenze irreversibili sulle piante.
Il successo di una coltivazione in fuori suolo, (in particolare per la coltivazione della fragola), è strettamente collegata alla qualità analitica dell’acqua. Essa deve avere un’EC non superiora a 900-1.000 microS/cm a 25 °C. La fragola è particolarmente sensibile alla salinità. Reagisce, infatti, rapidamente alle differenti condizioni di nutrizione.
In fuori suolo per avere una crescita ed una produzione ottimale delle piante, occorre un’alimentazione corretta ed equilibrata in elementi nutritivi. I fertilizzanti minerali contenenti calcio e ferro in soluzione concentrata precipitano alla presenza di fosfati e solfati, quindi è importante non mescolare questi elementi tra loro, ricorrendo a due vasche separate A e B. Mentre in una terza vasca C verrà collocato l’acido nitrico.
La quantità di azoto ammoniacale è molto bassa o assente. La conducibilità elettrica deve essere bassa, 1,2/1,3 mS/cm dalla 2a/5a settimana fino alla prima fioritura; 1,5mS/cm dalla fioritura all’allegagione; 1.2/1,5 mS/cm dopo l’allegagione. Essa può aumentare durante la fase d’ingrossamento dei frutti e raccolta, in modo di mantenere nel substrato radicale di coltivazione una conducibilità della soluzione vicina a 1,8-2,0 mS/cm.
Irrigazione
Considerando che la fragola ha un apparato radicale superficiale, ha un’intensa attività respiratoria e delle elevate produzioni, si rendono necessarie frequenti irrigazioni. Senza irrigazione non è possibile coltivare economicamente la fragola.
Le insufficienti condizioni di umidità interferiscono anche sulla nutrizione della pianta, riducendo l’assorbimento del fosforo e del potassio. Il volume irriguo stagionale in serra varia moltissimo, si aggira fra 3.000 e 6.000 mc d’acqua per ettaro.