Nutrizione del carciofo: fabbisogni e rese
Per massimizzare le rese la coltura del carciofo necessita di somministrazioni mirate di macro, meso e microelementi, al suolo, per via fogliare o per fertirrigazione
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Carciofo e fabbisogni nutrizionali
Fonte immagine: © pokku - Adobe Stock
Obiettivo capolini. Il carciofo è coltura preziosa e che può apportare significativi contributi ai bilanci aziendali. La sua coltivazione è prevalentemente concentrata nel centro e soprattutto nel sud Italia, isole comprese. Stando a Istat, l'ettarato complessivo italiano si è attestano nel 2024 intorno ai 36.300 ettari, leggermente in calo rispetto al 2023 (37.913 ha) e al 2022 (38.166 ha).
Quanto a ciclo, il carciofo si mostra tipicamente autunnale-primaverile, con la raccolta che avviene soprattutto a cavallo di febbraio e marzo, potendosi però prolungare sino a maggio. Alcune specifiche varietà, dette anche rifiorenti, permettono raccolte anche in autunno pieno, fra ottobre e novembre, fornendo una seconda finestra di raccolta dopo la pausa di pieno inverno.
Range termici ristretti
Il carciofo ha un ben specifico range di temperature ideali, necessitando di climi tendenzialmente miti in cui siano contenute le oscillazioni delle temperature. In inverno, però, possono verificarsi termiche sfavorevoli al suo sviluppo anche in aree geografiche tradizionalmente idonee, mortificando in tal modo la fioritura e la formazione dei capolini. Altra fonte di stress, gli eccessi termici. Eventualità, queste ultime, che si stanno proponendo con crescente frequenza anche nei mesi solitamente freddi.
Asportazioni medie di nutrienti
Come detto, il carciofo presenta varietà caratterizzate da cicli produttivi differenti, suddivisibili in primaverili e rifiorenti. Circa le prime, stimando produzioni intorno alle dieci tonnellate per ettaro, le asportazioni di nutrienti si aggirano intorno alle 140 unità di azoto, seguite dalle 40 di P2O5, dalle 180 di K20 e CaO, scendendo infine a 20-25 di MgO.
Le varietà rifiorenti possono produrre di più, sino a una quindicina di tonnellate per ettaro. Quindi anche le loro asportazioni sono superiori rispetto a quelle delle varietà primaverili. Se i fabbisogni di P2O5, di Cao e di MgO sono però di poco superiori, variano invece molto le asportazioni di azoto e potassio, elemento quest'ultimo circa il quale il carciofo appare alquanto esigente. Per i due elementi si possono stimare 280-290 unità di azoto da compensare, salendo fra le 350 e le 370 unità di K2O.
Piano di concimazione
I piani di concimazione del carciofo possono rivelarsi particolarmente lunghi e complessi. Al trapianto è bene sia presente una dotazione adeguata di sostanza organica, mettendo da subito a disposizione della coltura anche azoto e potassio tramite concimi granulari in cui siano presenti inibitori della nitrificazione al fine di prolungarne la cessione di azoto nel tempo.
Vi sono poi formulati che apportano contestualmente zolfo, meso e microelementi, tali da sostenere le piante al meglio nelle fasi iniziali del proprio ciclo vegetativo.
Al fine di prevenire o mitigare gli stress termici durante lo sviluppo delle piante sono poi consigliabili applicazioni fogliari o per fertirrigazione di biostimolanti a base di estratti algali. Questi sono poi applicabili per via fogliare anche nelle fasi di induzione a fiore e di allungamento colonne, meglio se arricchiti con amminoacidi.
Nella fase della formazione dei capolini sono parimenti consigliati concimi a base di microelementi chelati, sempre per via fogliare, mentre per fertirrigazione possono essere somministrati concimi idrosolubili a base di NPK in cui l'azoto sia contenuto sia in forma ammonica, sia in forma di nitrato. In tal senso, sul mercato sono disponibili prodotti che al contempo apportano anche zolfo e mesoelementi come calcio e magnesio.
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