Colza a fine inverno: quanto azoto dare?
Nella parte finale dell'inverno il colza necessita di due interventi frazionati con solfato o nitrato d'ammonio, prestando attenzione allo stato di vigoria della coltura
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I fabbisogni azotati del colza a fine inverno
Fonte immagine: © juliasudnitskaya - Adobe Stock
Inserita e caldeggiata nelle rotazioni pluriennali, la coltura del colza ha mostrato un aumento significativo nelle superfici passando dai 18.500 ettari del 2022 ai circa 30mila del 2023. Leggero rimbalzo all’indietro nel 2024, pur assistendo alla semina di quasi 29mila ettari (Fonte: Istat). Quanto a produzioni, sono state raccolte 53.159 tonnellate nel 2022 (resa media 2,87 tonnellate/ettaro), 82.988 nel 2023 (resa media 2,76 tonnellate/ettaro) e 78.802 nel 2024 (rese medie 2,72 tonnellate/ettaro). Quindi, gli aumenti di produzione sono stati leggermente inferiori agli aumenti di superficie.
La concimazione alla base della produttività
Fissando un obiettivo produttivo di 3 tonnellate per ettaro, i fabbisogni nutrizionali del colza si orientano tra le 80 e le 100 unità/ettaro di azoto, fra le 60 e le 80 unità di fosforo e fra le 60 e le 100 unità di potassio. Se l’obiettivo è molto più ambizioso, ossia le quattro tonnellate per ettaro, le dosi vanno aumentate proporzionalmente di circa il 30%. Come considerazione di base infatti, per ogni quintale di resa in campo servono circa 3 unità di azoto.
Nella scelta dei concimi è bene considerare però anche la presenza di zolfo, necessario alla produzione delle tipiche sostanze solforate che contraddistinguono in genere le brassicacee. Circa lo zolfo, sono necessarie fra le 40 e le 60 unità per ettaro, sempre per rese di tre tonnellate per ettaro e salendo fra le 50 e le 70 unità se l’obiettivo di raccolto punta alle quattro tonnellate.
Il dosaggio corretto di ogni elemento va ovviamente individuato in base alla fertilità di partenza dell’appezzamento, da integrarsi questa con opportune fertilizzazioni organiche di fondo da effettuale in pre semina a fine estate.
Due passaggi azotati a fine inverno
Dopo una prima concimazione azotata autunnale, l’inverno può essere più o meno duro e difficile, quindi la coltura può uscire dai rigori invernali più severi mostrando stati di vigoria molto diversi. Ciò comporta un aumento o una diminuzione delle dosi di concimi azotati da somministrare a fine inverno, in modo da somministrare la giusta quantità dell’elemento evitando sia le carenze, sia gli eccessi.
Una prima somministrazione può essere effettuata a metà febbraio, ripetendo l’intervento un mese dopo. Diverse sono però le dosi e i prodotti da impiegare. Di norma, la prima nutrizione azotata del colza, a metà febbraio, può essere realizzata utilizzando solfato ammonico in ragione di 80-100 chilogrammi di azoto per ettaro. Il nitrato ammonico meglio si presta al secondo intervento, verso metà marzo, spaziando fra le 70 e le 80 unità di azoto per ettaro a conclusione del piano di concimazione.
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