2024
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Olivo, col drone si risparmia fertilizzante

L'utilizzo dei droni per mappare l'oliveto consente una distribuzione a rateo variabile dei concimi azotati che può portare a risparmi consistenti, anche del 25% secondo l'esperienza condotta dai ricercatori dell'Università degli Studi di Palermo

Olivo, col drone si risparmia fertilizzante - le news di Fertilgest sui fertilizzanti

L'uso dei droni in olivicoltura è indicato per mappare i campi (Foto di archivio)

Fonte immagine: © TensorSpark - Adobe Stock

L'olivicoltura è un settore in cui i margini di guadagno sono spesso limitati. È dunque necessario gestire attentamente ogni voce di costo per assicurare la sostenibilità economica della produzione. Se è vero che la potatura e la raccolta sono le due principali voci di spesa, anche la fertilizzazione ha un ruolo importante e un uso corretto, volto a sostenere la produttività, ma senza sprechi, può concorrere a garantire il giusto reddito all'agricoltore.

 

La concimazione di precisione ha proprio come obiettivo quello di fornire alle piante la giusta quantità di concimi per raggiungere la piena produzione, senza sfociare in eccessi, che gravano sul bilancio aziendale, né in deficit, che si ripercuotono sulla produttività dell'impianto.

 

Questo approccio è stato adottato dall'Università degli Studi di Palermo, che ha voluto testare la possibilità di fornire alle piante di olivo concimi azotati a rateo variabile sulla base di mappe di prescrizione ottenute da droni e analisi del terreno. Un approccio che ha permesso di ridurre del 25% l'impiego di concimi rispetto allo standard aziendale.

 

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La mappatura del suolo coi droni

Quando si adotta un approccio di precisione al campo la prima cosa che occorre fare è raccogliere dati sulla variabilità all'interno dell'appezzamento, ad esempio a livello di vigorìa o di composizione del suolo.

 

"Come prima cosa abbiamo sorvolato l'oliveto sperimentale con un drone dotato di sensore multispettrale che ci ha permesso di ricavare diversi dati", ci racconta Eliseo Roma, dottore di ricerca presso l'ateneo siciliano. "Le immagini sono state elaborate tramite un software GIS e ci hanno permesso di ottenere tre parametri: l'area, il volume della chioma e l'Ndvi, che restituiscono informazioni circa il vigore degli olivi".

 

Questi indici sono stati la base per comprendere la variabilità del vigore all'interno dell'appezzamento. Eppure, questi dati non bastano da soli, poiché è necessario comprendere quali sono le cause di variazione del vigore, se ad esempio sono correlate a carenza di nutrienti nel suolo, oppure ad attacchi fungini o a stress abiotici.

 

Il drone durante la mappatura dell'oliveto

Il drone durante la mappatura dell'oliveto

(Fonte foto: Eliseo Roma, dottore di ricerca presso l'Università degli Studi di Palermo)

 

Presso l'oliveto sperimentale sono state eseguite anche le analisi del contenuto di azoto fogliare, che hanno confermato una correlazione tra bassa vigorìa e insistenza degli olivi in aree di campo dove il suolo era povero di questo macroelemento.

 

L'appezzamento è stato successivamente diviso in differenti aree: una prima parte, estesa per il 25% della superficie totale, in cui la concimazione azotata non era necessaria, in quanto il terreno possedeva uno stock sufficiente al sostentamento delle piante. Il restante 75% è stato suddiviso in tre zone omogenee in cui è stato distribuito il concime a tre dosi: 150, 120 e 100 chilogrammi ad ettaro, assegnando ovviamente i valori più alti a quelle aree maggiormente deficitarie.

 

Nell'approccio standard al campo l'agricoltore avrebbe utilizzato 87 chilogrammi di azoto su un'area di circa mezzo ettaro, mentre con l'approccio a rateo variabile l'ammontare è sceso a 66 chilogrammi, con un risparmio di un quarto del concime.

 


La mappa per la concimazione a rateo variabile dell'oliveto

La mappa per la concimazione a rateo variabile dell'oliveto

(Fonte foto: Eliseo Roma, dottore di ricerca presso l'Università degli Studi di Palermo)

 

L'agricoltura di precisione conviene?

L'approccio di precisione al campo consente dunque di ottenere un risparmio consistente di fertilizzanti, ma dal punto di vista economico questa modalità di distribuzione è conveniente? Se da un lato infatti si è risparmiato del fertilizzante, dall'altro è stato necessario far volare un drone, eseguire delle analisi del suolo e dotarsi di uno spandiconcime a rateo variabile, oltre ad acquisire le competenze per gestire tutto il processo.

 

"Maggiori sono le dimensioni aziendali, maggiori sono i risparmi e dunque la possibilità di ammortizzare i costi", ci spiega Roma. "Teniamo ad esempio presente che il drone è capace di realizzare una mappa di molti ettari in poco tempo e ci sono diverse società che offrono questo servizio, come anche di gestione dei dati. Le analisi del terreno possono essere fatte una volta ogni tre-quattro anni e le macchine a rateo variabile possono essere acquistate grazie agli incentivi all'agricoltura 4.0 o 5.0".

 

Va da sé che maggiore è la superficie gestita, maggiori sono i risparmi, che permettono di ammortizzare i costi fissi, come ad esempio il volo del drone o l'acquisto di attrezzature smart. Una azienda con 20 ettari di oliveto, ad esempio, avrebbe potuto risparmiare circa 400 chilogrammi di concime, che hanno un impatto economico, nonché ambientale, importante.

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