Biostimolanti per il controllo degli stress abiotici nelle colture cerealicole
La seconda sessione della Biostimolanti Conference 2022 è stata dedicata ai seminativi: i risultati delle ricerche e le proposte aziendali
I biostimolanti sono prodotti di origine organica, dei veri alleati per l'agricoltura moderna perché sono capaci di ridurre il consumo di nutrienti e dei prodotti di sintesi, migliorare la produzione e ridurre l'impatto ambientale.
A questi prodotti è dedicata la Biostimolanti Conference 2022 che quest'anno è giunta alla terza edizione organizzata dall'Associazione Regionale Pugliese dei Tecnici e Ricercatori in Agricoltura (Arptra) e da Fruit Communication, con il patrocinio della Società Orticola Italiana (Soi). Fertilgest®, la banca dati dei fertilizzanti, dei concimi e dei substrati che insieme ad AgroNotizie fa parte del network di Image Line, è stato content partner dell'evento.
La Biostimolanti Conference si è tenuta nell'arco di due giornate (2 e 3 marzo 2022) suddivise in quattro sessioni a seconda della coltura di riferimento. La prima sessione è stata dedicata al pomodoro e alle orticole; in questo articolo verrà trattata la seconda sessione moderata da Gianvito Rutigliano, sul tema "Seminativi".
Per poter usare i biostimolanti, però, prima bisogna definirli, conoscerli e regolamentarli. Lo ricorda Chiara Manoli, Regulatory Affairs manager di Ilsa che ha presentato l'inquadramento normativo dei biostimolanti. Secondo il Regolamento (Ue) 2019/1009, infatti, questi sono dei prodotti fertilizzanti con la funzione di stimolare i processi nutrizionali delle piante indipendentemente dal tenore di nutrienti del prodotto, con l'unico obiettivo di migliorare una o più delle seguenti caratteristiche delle piante o della loro rizosfera:
- efficienza dell'uso dei nutrienti;
- tolleranza allo stress abiotico;
- caratteristiche qualitative;
- disponibilità di nutrienti contenuti nel suolo o nella rizosfera.
È stato difficile definire i biostimolanti nell'ambito del Regolamento. Dapprima si è pensato di caratterizzare i prodotti sulla base della sostanza o della molecola che li costituiva. Poi si è pensato di utilizzare il "mode of action" ma è noto che un biostimolante può essere composto da una miscela di molecole e quindi agire su diversi processi biologici delle piante. Per questo motivo, alla fine, il Regolamento ha optato per un modello olistico. La definizione dell'Ue, infatti, si basa sul concetto di effetto, non solo sulla pianta ma addirittura sul suolo. Si considera, quindi, l'effetto concreto visibile a livello agronomico che può anche essere facilmente tradotto in termini economici per gli agricoltori.
A partire dal 16 luglio 2022 verrà applicato il Nuovo Regolamento Europeo Fertilizzanti che avrà come obiettivo principale l'armonizzazione a livello europeo dei fertilizzanti di origine organica. Il Regolamento (Ce) n. 2003/2003, attualmente in vigore, verrà abrogato.
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Un punto di rottura con il passato. Il Nuovo Regolamento ha un approccio diverso: se prima si spiegava per ogni fertilizzante come produrlo, adesso vengono definiti una serie di materiali costituenti che possono essere utilizzati, i processi che devono subire e i prodotti che devono essere conformi ai requisiti essenziali di qualità, sicurezza ed etichettatura descritti negli allegati al Regolamento. Il Regolamento sarà facoltativo e per questo non ostacolerà la messa a disposizione di concimi non armonizzati sul mercato interno; l'imprenditore potrà decidere autonomamente se continuare a seguire la normativa nazionale e il mutuo riconoscimento.
Biostimolanti, stress abiotici e seminativi: prove e risultati
Petronia Carillo dell'Università degli Studi della Campania ha approfondito il tema della tolleranza alla salinità dei cereali grazie all'uso dei biostimolanti. La salinità colpisce più del 40% dei suoli dell'area mediterranea. Per le graminacee, la germinazione e lo stato di plantula sono le fasi più sensibili a questo stress. L'elevata salinità del suolo inibisce o ritarda la germinazione dei semi e ritarda l'accrescimento di fusto e radici.
È stata quindi testata la tecnica del priming che consiste nell'immersione del seme per diverse ore in una soluzione biostimolante capace di promuovere la germinazione e la tolleranza dei semi allo stress salino. Sono stati testati metaboliti a basso peso molecolare e tra questi, ottimi risultati sono stati ottenuti con la glicina betaina, un composto osmoregolatore capace di preservare l'integrità della membrana cellulare della pianta in condizioni di stress e di detossificare l'ambiente interno del vegetale dalle così dette sostanze reattive all'ossigeno (Ros), i composti tossici che si accumulano in risposta allo stress.
Laura Ercoli, professoressa presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, ha presentato un lavoro dedicato allo studio dei funghi micorrizici arbuscolari (Amf) e in particolare al loro contributo nell'assorbimento di zinco da parte delle piante. Le colture di cereali rappresentano una delle principali fonti di minerali e proteine nei paesi in via di sviluppo, ma circa il 50% dei suoli in cui vengono coltivati i cereali sono considerati carenti di zinco. È qui che entrano in gioco i funghi micorrizici arbuscolari perché possono
formare associazioni con le radici delle piante e scambiare nutrienti derivati dal suolo con fotosintati e lipidi di origine vegetale. Sono dei potenziali fertilizzanti naturali che aiutano la pianta nell'assorbimento di nutrienti relativamente immobili come fosforo, zinco, ferro, rame e potassio.
In questo studio, piante di grano tenero e orzo sono state coltivate in vasi a tre concentrazioni di zinco nel suolo e inoculate con Rhizophagus irregularis. È stata poi calcolata la percentuale di zinco nel grano e nella paglia ed è stato valutato il contributo del fungo nell'assorbimento di zinco. L'inoculazione ha aumentato la colonizzazione delle radici, la biomassa radicale, la concentrazione di zinco nei germogli e la concentrazione di ferro nel grano al momento del raccolto, mentre non è stata modificata la resa.
Dall'Università degli Studi di Milano il contributo di Giacomo Cocetta sull'applicazione dei biostimolanti su soia. In particolare, durante l'iniziativa di Campo Demo, organizzata in collaborazione con l'azienda Agricola 2000, sono stati testati diversi prodotti su soia allo scopo di valutare il recupero della pianta dopo lo stress da diserbo. Gli agricoltori che seminano questa leguminosa, infatti, gestiscono la flora spontanea con l'applicazione di erbicidi in post-emergenza per la maggior parte poco selettivi e in grado di danneggiare le piante di soia.
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I trattamenti con i biostimolanti possono alleviare lo stress da diserbo. I dati preliminari e ancora in fase di elaborazione suggeriscono, infatti, un effetto positivo di molti degli ingredienti testati sulla resa. Inoltre è stata osservata l'attivazione immediata del metabolismo secondario delle piante di soia, cioè la risposta di difesa, in presenza sia del trattamento erbicida che di quello biostimolante.
Teofilo Vamerali dell'Università degli Studi di Padova ha mostrato i risultati del lavoro svolto con i biostimolanti microbici su piante di frumento in collaborazione con l'azienda East Balt Bakeries che rifornisce tutti i McDonald's d'Italia. L'obiettivo era quello di valutare l'uso dei rizobatteri promotori della crescita delle piante (Pgpr) per ridurre l'apporto di azoto al fine di ottenere una maggiore sostenibilità nella produzione delle colture cerealicole. È stato utilizzato un biostimolante contenente un consorzio di batteri (Azospirillum spp., Azoarcus spp. e Azorhizobium spp.) ed è stata valutata la sua influenza sulla crescita dei germogli e delle radici, sull'accumulo di azoto e sulla resa in granella.
I batteri hanno aderito efficacemente alla superficie delle foglie e delle radici e hanno colonizzato sia il mesofillo fogliare che i tessuti vascolari delle radici. È stato dimostrato un maggiore accumulo di azoto senza però variazioni significative nella resa in granella. Quindi, la combinazione di Pgpr e batteri che fissano l'azoto migliora la crescita delle radici nel grano, aumenta la resilienza delle piante agli stress ambientali e aiuta a ridurre le perdite di azoto dagli ecosistemi agricoli.
Le proposte delle aziende
Chimiberg - Diagro: è stato presentato il prodotto Pentac-5 Ala a base di acido 5-aminolevulinico, un acceleratore della fotosintesi. Entra direttamente nella sequenza di sintesi della clorofilla e catalizza il processo di fotosintesi clorofilliana nelle piante già dopo 24 ore dalla sua applicazione.
L. Gobbi: l'azienda ha presentato tre prodotti fertilizzanti. LG 81 è un concime organo minerale NPK derivante da processi di fermentazione di diverse specie di batteri del genere Pseudomonas. Microline è la linea di prodotti contenente inoculi micorrizici alla quale fanno parte Terium che è un attivatore della fertilità del suolo e Tixyl che è un consorzio di quattro microrganismi tra cui Frankia sp..
Meristem: l'azienda ha mostrato le ricerche fatte per l'identificazione di un nuovo composto biostimolante. Questo è capace di attivare una serie di vie metaboliche relazionate con la resistenza a stress e con i processi basici come la fotosintesi. L'applicazione del nuovo composto incrementa il numero di fiori e di conseguenza il numero di frutti ottenuti.
Cifo: SinerVeg è un agente biostimolante della crescita e dello sviluppo delle piante che favorisce la rizogenesi, accelera la fioritura e la fruttificazione. Calcisan Green è un formulato in grado di risolvere con efficacia le problematiche legate alle fisiopatie dovute alla carenza di calcio e magnesio. Ener 26 è un concime sviluppato per migliorare la qualità delle produzioni agroalimentari, utilizzabile anche in agricoltura biologica ad azione nutritiva ed energetica. Actisel è un concime biologico studiato per migliorare i livelli produttivi, incrementando il contenuto nutraceutico di frutta e ortaggi. Macys BC 28 è una specialità biologica fogliare a base dell'alga Macrocystis integrifoglia che apporta i regolatori di crescita naturali e i carboidrati come l'acido alginico, per agire direttamente sulla fisiologia vegetale.
Gowan Italia: l’azienda ha presentato Tamarack, il biostimolante organico con azione booster e anti stress. Nelle prime fasi di crescita vegetativa migliora lo sviluppo della pianta, poi aiuta a superare gli stress abiotici. Tamarack è compatibile con la maggior parte dei fertilizzanti liquidi e dei chelati applicati regolarmente, ne migliora l'efficacia e permette un assorbimento più rapido. Il prodotto viene dalla formilazione Isagro, acquisita da Gowan.
FMC: l'azienda propone il biostimolante Accudo a base batterica che promuove lo sviluppo della pianta durante tutto il ciclo colturale, Per questo prodotto Fmc è stata premiata nella categoria Best Biological Product (Biostimolanti) al Crop Science Forum & Awards 2020. Accudo può migliorare le rese fino a più del 15%, migliora lo sviluppo radicale e aumenta le rese.
Almagra: Vegetal B60 è un biostimolante innovativo per la riduzione di stress ambientale sulla pianta. Va applicato per via fogliare e contiene glicina betaina.
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