Prima del trapianto:
La concimazione di fondo deve comprendere il fosforo ed il potassio. L’azoto è opportuno distribuirlo in parte prima del trapianto, impiegando forme di azoto ad azione prolungata (ammoniacale o a lenta cessione), soprattutto nei terreni leggeri, e la restante parte in copertura.
Dopo il trapianto:
È preferibile che il trapianto avvenga in un terreno già fertilizzato. Se ciò non è possibile, possiamo utilizzare una soluzione nutritiva con 1-1,5 gr/litro di fertilizzante. Per preparare la soluzione possiamo scegliere un fertilizzante NPK completo con un rapporto vicino ad 1-1-2 con l’aggiunta di nitrato di calcio se necessario. Se il trapianto è fatto in un terreno ben arricchito, si cominceranno le fertirrigazioni a partire dalla terza foglia.
Con la concimazione in copertura si apporterà la restante parte di azoto, in funzione dello sviluppo vegetativo della coltura, dell’andamento stagionale e della tecnica di applicazione, impiegando fertilizzanti ad azione rapida, come il nitrato di calcio, il nitrato ammonico ed il nitrato di potassio.
La modalità di distribuzione è legata al ritmo di assorbimento del nutriente da parte della pianta. Il pomodoro è caratterizzato da un andamento quasi parallelo nell’assorbimento dell’azoto e del potassio con un picco di assorbimento che si colloca normalmente tra la quinta e la nona settimana dal trapianto in corrispondenza con la fase di rapido sviluppo vegetativo ed inizi della fioritura.
Se si dispone di un impianto di microirrigazione a goccia, (come ormai è la norma), si può applicare la fertirrigazione. In questo modo è possibile distribuire gradualmente i fertilizzanti man mano che le piante ne hanno bisogno, automatizzando l’operazione e semplificando il lavoro.
Irrigazione
Il pomodoro è una pianta con elevate esigenze idriche, in particolar modo durante la fase d’ingrossamento dei frutti.
I fabbisogni idrici possono variare in funzione degli areali di coltivazione, dell’epoca d’impianto, e della precocità della coltura. In linea di massima sono necessari interventi ravvicinati, almeno a cadenza settimanale, con volumi di adacquamento che si aggirano attorno a 300-400 m3/ha/settimana. La prima irrigazione dovrebbe essere effettuata quando il contenuto idrico residuo nei primi 40 cm di terreno, misurato mediante tensiometri, o stimato mediante un bilancio idrico, è circa del 50-60%.
Bisogna considerare che tra gli aspetti più trascurati nella gestione dell’irrigazione figura senza dubbio la progettazione dell’impianto irriguo e fertirriguo. L’adozione di materiali non idonei può rendere pressoché nulla l’efficacia dell’intervento di fertirrigazione o causare notevoli danni alla coltura o all’ambiente.
La manichetta forata tradizionale, ad esempio, a causa della nota disomogeneità di distribuzione dell’acqua non si presta ad essere usata efficacemente per la fertirrigazione. La tecnica ora mette a disposizione delle nuove manichette gocciolanti con portate e tipologie di labirinto del gocciolatore che, grazie anche ad una precisa progettazione ed installazione, permettono una precisa e regolare distribuzione dell’acqua nel campo, anche in condizioni di lunghezze notevoli o di terreni in pendenza.
La pianta del pomodoro può considerarsi mediamente tollerante alla salinità, per cui possono essere utilizzate acque con un modesto/elevato contenuto salino.