Fra le principali
cultivar si ricordano: Coscia, Abate Fetel, Santa Maria, William, Conference, Etrusca, Decana del comizio, Kaiser, Passacrassana, ecc.
Per i portinnesti si distinguono i franchi, quali Franco comune, Fox e Farrold, e le selezioni di cotogno, quali Ba29, EMC, EMA, Sydo e Adams; queste ultime sono poco adatte a terreni siccitosi e calcarei, eccetto il primo.
Il ciclo biologico del pero si può considerare suddiviso in
5 stadi fenologici:
- Dal risveglio vegetativo alla prima comparsa dei fiori.
- Dalla fioritura alla prima comparsa dei frutticini.
- Dalla comparsa dei frutti fino a tutta la fase di accrescimento.
- Dalla fine dell’accrescimento dei frutti fino a tutta la maturazione.
- Dalla fine della raccolta alla fine del periodo vegetativo.
Senza considerare il sistema d’allevamento, la potatura, il diradamento, ecc., in questa scheda ci soffermiamo di più su concimazione ed irrigazione e su come esse si rapportano tra loro.
Concimazione
Le
sostanze di riserva accumulate nella pianta sono utilizzate dalla stessa al momento del risveglio vegetativo fino all’
allegagione, per cui è bene apportare le concimazioni anche dopo la raccolta e partire poi con la concimazione primaverile dalla 3a settimana dopo la fioritura frazionandola in 2-3 volte se il terreno è sciolto.
Quando si pratica la
fertirrigazione è necessario ridurre del 20-30% le quote di azoto.
La
concimazione fogliare con macro e micro-elementi aumenta la produzione e migliora la
qualità delle pere. È una tecnica importante al fine di evitare o ridurre la clorosi nelle varietà più sensibili con la somministrazione di
chelati di ferro (da integrarsi con la fertirrigazione o con infiltrazioni nel terreno).
Con gli apporti di
calcio si favoriscono la formazione di
gemme a fiore e si migliora la consistenza e la conservazione dei frutti.
Una o due analisi fogliari all’anno sono indispensabili per conoscere le eventuali carenze e per mettere a punto gli elementi da apportare con la
fertirrigazione e/o con la
concimazione fogliare.
L’
inerbimento dell’interfilare con la semina di essenze a taglia bassa è da tempo una pratica consolidata in quasi tutte le aree di coltivazione del pero, stante i numerosi vantaggi che comporta, quali:
- a) Migliore porosità e permeabilità del terreno;
- b) Facilità di passaggio dei mezzi meccanici;
- c) Incremento della sostanza organica e dell’attività biologica del suolo, ecc..
Un efficace inerbimento è possibile grazie all’impiego congiunto dell’
irrigazione. D’altra parte, non si può pensare ad una
frutticoltura moderna e competitiva senza l’ausilio dell’irrigazione anche nelle zone più piovose, se si vuole garantire produttività e costanza nella qualità delle pere.
Lo
sfalcio del cotico erboso contribuisce ad apportare elevati quantitativi di azoto e di potassio, per i quali occorre tenerne conto nel dosare i
concimi da apportare.
Irrigazione
La
quantità d’acqua da apportare ad un pereto va valutata in ragione dell’andamento climatico, delle caratteristiche del terreno e delle esigenze effettive. Nei nuovi impianti intensivi e con cotogni di debole vigore, i
turni irrigui debbono essere molto
ravvicinati, anche 3 volte per settimana, specie nel momento più critico dell’accrescimento dei frutti.
Appositi
strumenti collocati in prossimità dell’apparato radicale a diverse profondità, indicano la situazione idrica del terreno e la conseguente necessità di irrigare.
I sistemi d’irrigazione preferiti, anche per il pero, sono quelli
microirrigui localizzati a goccia o a spruzzo, con i quali è possibile effettuare anche la fertirrigazione.
Una corretta gestione dell’irrigazione permette un miglior
controllo ed un rallentamento dello sviluppo dei
germogli senza compromettere l’accrescimento dei frutti. Questa tecnica definita del "deficit idrico controllato" viene applicata negli impianti intensivi dove l’apparato radicale è superficiale. Questa tecnica è particolarmente efficace 40-50 giorni dopo la fioritura quando la competizione fra frutti e germogli è particolarmente forte.