Melograno

Classificazione coltura: Fruttiferi > Fruttiferi minori
Melograno - Coltivazione e fertilizzanti consigliati - Colture - Fertilgest
Classificazione botanica
Famiglia: Lythraceae 
Genere: Punica
Specie: Punica granatum L.
Il Melograno è una specie originaria dell'Asia Occidentale, in particolare della regione compresa tra l'Iran e la catena himalayana. Presente sin dall'antichità nel Caucaso e nell'intera macchia mediterranea, risulta storicamente che sia stato diffuso dai Fenici, dai Greci, dai Romani, che contribuirono alla sua diffusione nell’area del Mediterraneo, e in seguito dagli Arabi.
Il Melograno era conosciuto con il nome di “Malum punicum” (Mela di Cartagine) e/o “Malum granatum” (Mela con semi).
Fu introdotto in America Latina dai colonizzatori spagnoli nel 1769, ed è attualmente coltivato ampiamente in Messico e negli Stati Uniti d'America (California e Arizona).
Il melograno è una pianta resistente alla siccità estiva ed alle temperature invernali tipiche del Mediterraneo.
La pianta ha una forte tendenza a produrre polloni radicali e a costituire una boscaglia fitta o un arbusto con portamento cespuglioso o piccolo albero. Può raggiungere i 5-6 metri di altezza e vivere anche oltre 100 anni.
Nel suo habitat di origine è una pianta sempreverde ma nel nostro clima temperato tende ad essere una pianta caducifoglia.
I fiori sono di un vivo colore rosso, di circa 3 cm di diametro e hanno tre-quattro petali (molti di più in alcune varietà ornamentali coltivate solo per i fiori; alcune varietà sono a colore bianco o rosato). La fioritura avviene a maggio.
Il frutto è una bacca carnosa, denominata balausta, con buccia spessa, composta da varie cavità polispermali separate da membrane. L’interno contiene molti semi carnosi, di forma prismatica, molto succosi. Il frutto maturo è giallo-verde, con aree rossastre che occasionalmente occupano l’intera superficie del frutto.
Nel 2010 la coltivazione del melograno era praticamente inesistente. Se ne coltivavano poche decine di ettari e la sua presenza, era relegata a piante sparse in parchi, orti e giardini familiari.
La rinascita viene da Israele, da dove è stato importato il modello della moderna coltivazione. Oggi si possono stimare oltre 1.500 ha in Italia, soprattutto con le varietà Wonderful e Akko.
Sicilia, Puglia, Calabria, Campania e Lazio sono le regioni maggiormente interessate alla coltivazione. La coltura ha trovato un certo interesse anche al Nord-Italia, come Toscana, Emilia-Romagna, Marche e Veneto.
Tra i Paesi a noi vicini, la Spagna è il principale produttore ed esportatore europeo, con un’area di produzione di circa 4.000 ha e 60.000 ton di produzione.
Le produzioni medie si attestano attorno le 30 ton/ha.

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È una pianta che può tollerare brevi periodi di gelate e temperature prossime a 0 C°. Temperature inferiori a -7/-8 C° provocano la morte della pianta. Per uno sviluppo ottimale la pianta necessità di temperature diurne di 20-25 C°.
Le escursioni termiche di oltre 10°C, tra giorno e notte, favoriscono una migliore colorazione dei frutti.
La pianta di melograno predilige terreni freschi, profondi e ben drenati con una buona dotazione di sostanza organica ed una reazione pH di 6,5-7,5. Tollera anche terreni salini, (oltre 2 mS/cm), e alcalini (pH > 8,3).
Se l’impianto deve avvenire su terreni molto argillosi è consigliata una buona sistemazione idraulica con baulature del terreno, e ammendare il terreno con della sabbia e della sostanza organica. Il melograno tollera bene il calcare nel terreno.
Per la concimazione, quando si utilizzano concimi minerali azotati, è bene frazionarli almeno in 2 volte nel caso di apporti tra 60 e 100 kg/ha. Per dosi superiori a 100 kg/ha suddividere le concimazioni in tre volte. Tale vincolo non si applica quando si utilizzano concimi a lenta cessione o cessione controllata.
Nella coltura specializzata è prevista la realizzazione dell’irrigazione a goccia e conseguente fertirrigazione.
L’azoto è un costituente importante per le proteine come per altri numerosi composti, ed è il principale fattore di accrescimento per le piante. Si trova più o meno equamente distribuito nei tessuti delle piante, radici, legno e foglie.
L’azoto viene utilizzato nelle foglie per produrre altre sostanze organiche complesse, le quali sono indispensabili per la formazione e l’accrescimento dei nuovi tessuti e come sostanze di riserva per la pianta.
L’azoto diminuisce durante il periodo di sviluppo e decresce anche nel periodo della cascola delle foglie, in esse l’azoto è contenuto in una percentuale fino al 4% di sostanza secca.
La fase critica di presenza dell’azoto nella pianta si registra nel momento dell’allegagione e della crescita primaverile dei germogli. Un’altra fase delicata che richiede buoni quantitativi di azoto è durante la maturazione del legno in autunno.
Sono da evitare gli eccessi di azoto, che portano ad un peggioramento della qualità dei frutti.
La carenza si manifesta con uno scarso rinnovo vegetativo, con una minore produzione di frutti e una loro minore pezzatura.
In un terreno mediamente dotato e per una produzione stimata di 25-30 ton/ha, si consiglia una dose standard di N di 100 kg/ha. Per una minore produzione di circa 10 ton/ha o per terreni ben dotati di sostanza organica, si consigliano 80 kg/ha. Se si prevedono produzioni superiori a 30 t/ha o per terreni con scarsa dotazione di sostanza organica, si consigliano 120-130 kg/ha. 
Il fosforo fa parte di numerosi composti organici responsabili della sintesi delle proteine e del trasporto energetico cellulare.
Il fosforo favorisce la fioritura, l’allegagione e la lignificazione.
Il fosforo normalmente presente nel terreno non è sempre disponibile in quanto può essere insolubilizzato e quindi non assimilabile direttamente dalle piante.
In terreni mediamente dotati di sostanza organica non è necessario prestare particolari attenzioni a questo elemento.
In un terreno mediamente dotato e per una produzione stimata di 25-30 ton/ha si consigliano 50 kg/ha di P2O5. In una situazione di elevata dotazione del terreno si consigliano 20-30 kg/ha di P2O5. In una situazione di scarsa dotazione del terreno si consigliano 100 kg/ha di P2O5.
 
Il potassio è un elemento importante per lo sviluppo del melograno. Esso interviene nella sintesi degli idrati di carbonio e delle proteine. Permette inoltre il trasporto di elementi di riserva dalle foglie ai frutti e agli organi legnosi.
La fase critica in cui è necessaria una buona quantità di potassio è durante la maturazione del frutto in fine estate.
Una carenza di potassio si verifica con effetti negativi sulla capacità di fruttificazione della pianta e sulle caratteristiche qualitative dei frutti.
In un terreno mediamente dotato e per una produzione stimata di 25-30 tonn/ha si consigliano circa 120-140 kg/ha di K2O. In una situazione di elevata dotazione del terreno si consigliano 80 kg/ha di K2O. In una situazione di scarsa dotazione del terreno si consigliano 200 kg/ha di K2O.

Calcio

La funzione principale del calcio nella pianta è quella di favorire la resistenza meccanica dei tessuti vegetali. Esso viene assunto in quantità dalla pianta per la formazione e la qualità dei frutti. In un terreno mediamente dotato e per una produzione stimata di 25-30 ton/ha si consigliano circa 60-80 kg/ha di CaO.
 

Magnesio

Il magnesio è uno dei componenti della clorofilla. La carenza di magnesio, comporta riflessi negativi soprattutto sulla efficienza dell’apparato fogliare, in quanto si evidenzia con clorosi più o meno accentuate.
In un terreno mediamente dotato si consigliano 30-40 kg/ha di MgO.
 
Le cultivar commerciali che si stanno diffondendo hanno una rapida messa a frutto e già al secondo anno possono dare un minimo di produzione. Si rende necessario sostenere la pianta quando vi è un pesante carico sui giovani rami.
Il melograno viene generalmente propagato per talea e l’uso del portinnesto è poco diffuso, anche perché, per le caratteristiche del tronco, il punto d’innesto può risultare fragile.
Un’altra possibilità per la propagazione del melograno è rappresentata dalla micropropagazione. I vantaggi di tale tecnica sono molteplici, tra questi la possibilità di ottenere un elevato numero di piante, in tempi e spazi ridotti partendo da poco materiale vegetale, e di produrre piante certificate dal punto di vista sanitario e genetico.
La densità di impianto consigliata è di 500-600 piante/ha.
Nella fase di pre-impianto è necessario fare delle analisi chimico-agrarie al terreno, per definirne le caratteristiche fisiche e la dotazione in elementi nutritivi. Tra i parametri da analizzare ve ne sono alcuni che non variano nel tempo, se non molto lentamente, ed è dunque necessario conoscerli prima dell’impianto, allo scopo di prevedere eventuali interventi correttivi. Questi sono: scheletro, tessitura, reazione, contenuto in carbonati totali, calcare totale e attivo. Gli altri parametri da considerare sono: sostanza organica, azoto totale, fosforo assimilabile, basi di scambio (potassio, calcio, magnesio e sodio), conducibilità elettrica e dotazione in microelementi.
La concimazione di fondo all’impianto prevede l’apporto di sostanza organica e concimi fosfopotassici e, se necessario, l’uso di correttivi del pH.
Per aumentare la sostanza organica si può utilizzare letame ben maturo (circa 50-80 ton/ha), compost o concimi organici. È sempre bene prevedere un sovescio di leguminose o crucifere anche durante gli anni di coltivazione.
Per la concimazione di fondo di norma si aggiungono 100-150 kg di P2O5 e 200-250 kg di K2O, in funzione delle caratteristiche del terreno, tenendo presente che un eccesso di potassio può inibire l’assorbimento del calcio, fondamentale per la serbevolezza del frutto di melograno.
Grazie alla diffusione della pratica della fertirrigazione, è possibile evitare il ricorso a una vera e propria concimazione di fondo invernale durante la coltivazione e limitarsi, in fase d’impianto, ad interventi con ammendanti o correttivi solo per migliorare le condizioni di fertilità generale del terreno.

Irrigazione.

In estate il melograno ha bisogno di ricevere una certa quantità di acqua per garantire una buona fruttificazione autunnale. Per questo motivo fin dalla messa a dimora è opportuno predisporre un impianto di irrigazione a goccia, fondamentale soprattutto per i primi anni, e utile anche in seguito in mancanza di precipitazioni.
In generale comunque è una pianta che tollera abbastanza bene la siccità, purché non troppo prolungata. Gli eccessi di acqua sono dannosi perché potrebbero causare spaccature nei frutti e conseguente perdita di qualità, oltre che danni alle radici.
 

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Forum - Ultima discussione su melograno

Cancro del fusto nelle coltivazioni di melograno

Buonasera, sono un piccolo agricoltore in Friuli Venezia Giulia, da qualche anno ho intrapreso con grande entusiasmo la coltivazione del melograno. Purtroppo mi sto scontrando con un problema molto serio e cioè il "Cancro del Fusto" nelle piante di melograno (Coniella Granati). Mi risulta che ad oggi non ci siano fitofarmaci efficaci contro questa patologia ne tantomeno prodotti registrati per questa coltura. Chiedo cortesemente se qualcuno del forum avesse notizie aggiornate in merito oppure consigli che possano essermi utili a proseguire questa coltivazione. Grazie in anticipo! Roberto

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