Il castagno ama i terreni profondi, leggeri, permeabili, ricchi di elementi nutritivi, con pH tendenzialmente acido, con poco o privi di calcare.
Non sopporta i terreni pesanti e mal drenati. E' una pianta eliofila, ama i climi temperati, pur sopportando freddi invernali anche molto intensi.
La forma di allevamento più adatta per questa specie è il vaso piuttosto libero, molto vicino alla forma naturale, ottenuto con un'impalcatura piuttosto alta (120-150 cm) e successivamente una ridottissima potatura, per evitare i rischi di infezione che ogni taglio comporta.
I sesti di impianto più adatti sono quelli compresi fra m 5 x 5 per le specie e cultivar a modesto sviluppo fino ai m 10 x 10 per le varietà di grosse dimensioni.
Con le forme a vaso, provviste di 3-4 branche principali, alla fine del 4° anno le piante sono in genere ben formate per cui negli anni successivi, la potatura potrà essere limitata a sfoltimenti per permettere la penetrazione della luce, all'eliminazione dei rami secchi, rotti e deperiti, e a tagli di rinvigorimento a seconda dello sviluppo raggiunto dalla pianta.
Nelle cultivar euro-giapponesi e soprattutto in quelle giapponesi, più che nel castagno europeo, è inoltre necessaria una energica potatura di produzione.
Nei primi anni dovranno essere eseguite delle lavorazioni superficiali, poi si potrà passare all'inerbimento. Quando le piante avranno raggiunto una dimensione tale da non essere danneggiabili è consigliato il pascolamento con pecore e/o capre.
In merito all’apporto di letame e concimi, è comprensibile tenere in considerazione le difficoltà che si possono avere per la loro distribuzione nei castagneti, spesso ubicati su giaciture declivi e difficilmente percorribili con mezzi meccanici, quali trattori e carrelli per spandere il letame e/o spandiconcime. La concimazione dovrebbe essere attuata annualmente e sarebbe un gran passo avanti se fosse attuata almeno a periodi biennali o triennali.
Irrigazione
Il castagno, al pari di tutte le altre piante da frutto, ha vantaggio dell’irrigazione per ottenere buoni risultati produttivi.
Le piante di castagno mostrano sintomi di sofferenza e stentata crescita dovuti sia ad eccessi di umidità nel terreno, sia in presenza di terreni costantemente aridi.
A parità di superficie, un campo dotato d’irrigazione fornisce costantemente una produzione tre volte superiore rispetto a quella offerta da un campo non irriguo.
In mancanza d’irrigazione le giovani piante di castagno non sono assolutamente in grado di sopravvivere al primo anno dopo il trapianto se si dovessero riproporre condizioni di caldo intenso e protratto nel tempo che hanno caratterizzato l’ultimo decennio.
Il numero degli interventi irrigui, concentrati nei mesi di scarsa piovosità (da giugno a fine agosto), nel corso dell’annata varia da 4-5 nelle piante adulte fino a 10-15 irrigazioni nel caso delle piante più giovani.