Mais

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Mais - Coltivazione e fertilizzanti consigliati - Colture - Fertilgest
Classificazione botanica
Famiglia: Poaceae o Graminaceae
Genere: Zea
Specie: Zea mays L.
Il Mais (Zea mays L) è una pianta della Famiglia delle Graminacee che sfrutta la luce del sole in modo molto efficace (come tutte le piante a ciclo C4) e la resa per ettaro è la più alta tra tutte le colture cerealicole.
Le caratteristiche di pianta C4 del mais gli consentono di sfruttare gli elevati livelli di radiazione solare proprie delle giornate estive, con valori massimi giornalieri di radiazione solare globale dell’ordine dei 800-900 W/m2, che alle medie latitudini corrisponde a valori energetici cumulati giornalieri dell’ordine dei 30 MJ/m2.
Grazie alla forte variabilità esistente all'interno della specie e alla struttura genetica eterozigote delle popolazioni naturali, il mais ha allargato moltissimo il suo areale di distribuzione, per auto-adattamento e per selezione antropica, fino al 50° di latitudine Nord. In ambiente avverso per brevità del periodo favorevole si sono formati ecotipi caratterizzati da estrema precocità di fioritura e di maturazione. I mais coltivati sono tutti ibridi.
Il mais germina con temperature superiori a 12 °C. Abbassamenti di temperatura anche solo vicini a 0°C (4-5 °C) uccidono le piante o le lasciano irrimediabilmente stressate. La temperatura ottimale per l'accrescimento è di 22-24 °C; per la fioritura di 26 °C. Forti calori sono particolarmente dannosi durante la fioritura: temperature superiori a 32-33 °C accompagnate da bassa umidità relativa dell'aria e, conseguentemente, anche da stress idrici per sbilancio evapotraspirativo, possono provocare cattiva allegagione e ridotte produzioni.

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Il mais è una pianta che svolge il suo ciclo abbastanza velocemente. Il ciclo complessivo «emergenza-maturazione fisiologica» dei mais coltivati in Italia varia da un minimo di 80 giorni a un massimo di 145 giorni.
I fabbisogni di nutrienti per tonnellata di granella prodotta sono considerevoli. Le asportazioni variano in dipendenza del sistema di coltura. 
Tuttavia le restituzioni al suolo con l’interramento dei residui colturali sono elevate: 2/3 dell’azoto; 3/5 del fosforo e 5/6 del potassio. Il ritmo di assorbimento dei macronutrienti è molto intenso in un periodo di circa 50-60 giorni a cavallo della fioritura. Quasi 3/4 dell’azoto sono assorbiti in 1/3 del ciclo.
Il mais utilizza bene le riserve del terreno che vengono mineralizzate nel periodo di massima intensità di assorbimento quando la disponibilità idrica è sufficiente.
La produzione in granella è molto variabile, si possono raggiungere e superare le 25 ton/ha, soprattutto per le varietà tardive classe FAO 700. La resa media oscilla tra le 9-11 ton/ha.
L'Azoto rappresenta l’elemento più importante per la coltivazione del mais in quanto ne influenza in modo determinante la produzione, sia in termini di resa, sia di proteina grezza, anche se non modifica i rapporti fra gli aminoacidi.
Nel periodo della fioritura l’intensità di assorbimento giornaliera per ettaro è dell’ordine di 5 kg/ha. A maturità 2/3 dell’azoto totale della parte epigea sono nella cariosside (1,4-1,6%), minori quantità si trovano nelle restanti parti della pianta (0,5-1%).
La carenza di azoto si manifesta con una diminuzione di vigore e con foglie più piccole del normale e di colore verde-giallo. Prima della fioritura, a partire dalla base della pianta le foglie ingialliscono e seccano in proporzione alla carenza.
Nel terreno il fosforo è presente in combinazioni organiche e inorganiche, ma per la pianta ne è disponibile solo una piccola parte in quanto il mais assorbe solamente fosfati inorganici solubili.
È un elemento essenziale per la pianta, svolgendo un ruolo di grande importanza nel trasferimento dell’energia. Nella pianta si trova come componente di diverse molecole quali fosfolipidi, lecitine, e nucleoproteine.
Carenze di fosforo si possono osservare nei primi stadi di sviluppo con un più o meno grave arrossamento delle foglie. Questa manifestazione però si ha anche con le basse temperature. È pertanto verosimile che in condizioni di bassa temperatura del terreno la pianta non sia in grado di assorbire il fosforo. Detto inconveniente si riduce molto se si ha l’accorgimento di effettuare una parte della concimazione fosfatica localizzata alla semina.
Il Potassio è caratterizzato da un’elevata mobilità nelle piante a tutti i livelli, è inoltre estremamente importante nella traslocazione dei fotosintetati.
Si trova nel terreno sotto forma di sali inorganici o assorbito sul complesso argillo-umico (C.S.C.).
I terreni sabbiosi e comunque tutti quelli poveri di argilla e sostanza organica risultano scarsamente dotati di potassio.
Alla raccolta, la maggior parte del potassio si trova nei residui colturali, pertanto con l’interramento degli stessi l’elemento ritorna nuovamente al terreno, a meno che non si raccolga il mais come foraggio da insilamento.
La maggior parte del potassio viene assorbita dalla levata alla fioritura.
La carenza di potassio deprime l’attività fotosintetica, fa aumentare la respirazione e porta a un generale indebolimento della pianta. Forti carenze di potassio fanno riscontrare culmi meno resistenti allo stroncamento.
Il calcio è un componente fondamentale delle pareti cellulari e ha anche un'influenza diretta sulla regolazione dei sistemi enzimatici, sull'attività dei fitormoni e sull'assorbimento dei nutrienti.
Nel mais il calcio è importante per avere una pianta con un aspetto normale e con un fogliame sano. Carenza di calcio raramente si presentano nel mais. Gli eventuali sintomi cominciano sulle foglie più giovani. Gli apici fogliari mostrano macchie di un verde chiaro o biancastre. Possono apparire anche lesioni longitudinali e le foglie possono ripiegarsi ad uncino.
Il magnesio è importante per uno sviluppo precoce della coltura. Influisce sull’anticipo della maturazione della raccolta ed assicura una migliore resa produttiva
Il primo sintomo di carenza è la clorosi internervale nelle foglie più mature. Col progredire della carenza le striature giallo/bianche passano al rosso purpureo. Le carenze di Manganese e Ferro mostrano sintomi simili alla carenza da magnesio, ma cominciano a comparire sulle foglie più giovani.
Il mais è una pianta dotata di un altissimo potenziale di produttività specialmente quando le condizioni in cui avviene la crescita sono caratterizzate da condizioni di coltivazione ottimali.
Le rese della coltura sono fortemente influenzate da tre fattori: acqua, densità colturale e concimazione. Questi sono fattori tra loro solidali.
L’acqua non deve mancare specie nel periodo critico. Relativamente alla densità quando la stessa è insufficiente non si avranno buone rese anche se le spighe saranno più grandi rispetto a quelle che si ottengono con una densità più elevata.

Concimazione
Il livello delle concimazioni minerali dipende dalle asportazioni, dalle restituzioni organiche, dalla dotazione del terreno e dalla disponibilità in acqua.
Il mais essendo una coltura che svolge il suo ciclo nel periodo primaverile-estivo si avvantaggia della concimazione organica, in quanto la mineralizzazione della sostanza organica procede di pari passo con le esigenze nutritive del mais (diversamente dal frumento). La letamazione è stata perciò la concimazione più classica del mais in passato.
Al giorno d'oggi le aziende non zootecniche, che coltivano con successo il mais senza disporre di letame o liquami sono la norma; esse fanno affidamento solo a razionali concimazioni minerali e a eventuali concimi organici pellettati.
La concimazione azotata viene effettuata tutta al momento della semina con concimi azotati non direttamente dilavabili (Azoto ammoniacale e/o urea).
La fertilizzazione azotata in copertura sarebbe razionale farla con concimi a pronto effetto (nitrato ammonico o anche urea) poco prima della levata. Tuttavia è di esecuzione difficile in quanto va eseguita con accorgimenti particolari («sotto chioma») per evitare che i granuli di concime, cadendo entro l'imbuto formato dalle foglie del mais vi determinino ustioni. Inoltre è di esecuzione precaria poiché la rapidissima crescita in altezza del mais durante la levata potrebbe rendere impossibile l'entrata delle macchine spandiconcime nei campi.

Irrigazione
Il mais ha un coefficiente di evapotraspirazione basso: 250 kg di acqua per chilogrammo di sostanza secca prodotta.
In molti ambienti maidicoli, anche se la piovosità totale nel corso del ciclo può apparire sufficiente, in realtà non è ben distribuita e ciò impone interventi irrigui senza i quali non sarebbero possibili rese elevate e, soprattutto, costanti negli anni.
Una coltura che produce mediamente 12 ton/ha di granella ha una massa epigeica di circa 24 ton/ha di sostanza secca e pertanto ha necessità di una notevole quantità di acqua, stimabile di circa 6.000 m3 di acqua ed oltre, pari a 600 mm di pioggia.
L’irrigazione assicura rese alte e stabili, anche in condizioni di terreni non ottimali. Quelli leggeri o sabbiosi, grazie all’irrigazione e alla fertirrigazione appropriata, possono fornire rese vicine e spesso uguali a quelle dei suoli più fertili.
L’inizio dello stress idrico compare specialmente in prefioritura con manifestazioni di opacità delle foglie e loro arrotolamento o accartocciamento. Queste manifestazioni si possono notare prima nelle testate dei campi, intorno alle ore 13-14, e indicano che nel campo è ancora disponibile dell’acqua, ma che presto si andrà in carenza.
L'irrigazione del mais è generalmente eseguita col sistema per aspersione (o a pioggia). Negli ultimi anni ha avuto un certo sviluppo e successo la microirrigazione a goccia.

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