Patata

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Patata - Coltivazione e fertilizzanti consigliati - Colture - Fertilgest
Classificazione botanica
Famiglia: Solanaceae
Genere: Solanum
Specie: Solanum tuberosum L.
La Patata (Solanum tuberosum L.) è una pianta appartenente alla famiglia delle Solanacee originaria delle regioni andine dell'America centro-meridionale. È stata introdotta in Europa prima come curiosità botanica e poi come pianta alimentare. La coltivazione in Italia è iniziata ai primi dell'Ottocento, anche se la sua vera diffusione è stata successiva (fine del secolo). La coltivazione della Patata è diffusa in tutto il mondo con una maggiore concentrazione di superficie in Europa (in particolare Polonia, Germania, Repubblica Ceca, Spagna e Francia).
La patata è una specie adatta alla zona climatica temperato-fredda: le aree più vocate alla coltivazione sono le pianure del Nord e del centro Italia. Altre zone favorevoli alla coltivazione sono le aree di montagna della regione alpina, prealpina e appenninica. In queste condizioni la patata ha ciclo primaverile-estivo. Solo nell'Italia meridionale le patate si piantano in autunno per raccoglierne la produzione, primaticcia, in primavera.
Lo zero di vegetazione è a 6-8°C. Sono temibili i ritorni di freddo primaverili (inferiori a 2°C). Le alte temperature, prossime o superiori a 30°C, riducono fortemente l'assimilazione.
La patata predilige i terreni leggeri di medio impasto, leggermente acidi, sciolti, permeabili, profondi. In terreni argillosi la raccolta dei tuberi è più difficile e la loro qualità è inferiore.

 

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Una razionale concimazione della patata deve basarsi anzitutto sul fabbisogno ponderato dei nutrienti e sulle dotazioni del terreno grazie ad un’analisi fisico-chimico dello stesso. Una coltura di patata in condizioni equilibrate di nutrizione, per produrre una tonnellata di tuberi richiede le seguenti quantità di macro-elementi:
– azoto (N) = 4,2 kg
– anidride fosforica (P2O5) = 1,5 kg
– potassio (K2O) = 6,9 kg

Il terreno non soddisfa completamente il fabbisogno nutritivo della coltura, per cui la concimazione è necessaria per colmare la differenza e va stimata con oculatezza, considerando che insufficienze o squilibri abbassano le rese finali; eccessi di disponibilità, al di là del fabbisogno reale possono essere dannosi per la qualità (eccessivi apporti azotati peggiorano alcuni parametri tecnologici necessari per la patata da frittura industriale).
La produzione è molto variabile, si possono raggiungere e superare le 45-50 ton/ha, soprattutto per le patate comuni raccolte in luglio-agosto in Italia del Nord. La media oscilla tra le 25-30 ton/ha.

 
L’azoto è un nutriente importante per la coltivazione della patata soprattutto per lo sviluppo dell’apparato fogliare. Tuttavia, l’azoto in eccesso promuove un eccedente sviluppo fogliare a scapito dell’efficacia della tuberizzazione e ritarda la maturazione dei tuberi.
Nei tuberi si accumula la parte più elevata (circa il 70%) dell’azoto asportato dalla coltura.  Pur essendo pianta potassofila (N:K2O = 1:1,5), la patata risponde maggiormente alla concimazione azotata che a quella potassica; è infatti specialmente dall’assorbimento dell’azoto nelle prime fasi di crescita che dipende poi lo sviluppo di un’adeguata biomassa fogliare capace di supportare efficacemente la fotosintesi e la traslocazione di sostanze di riserva nei tuberi e assicurare così quantità e qualità del raccolto.
Come base di partenza, si può considerare un fabbisogno di azoto, che per una produzione, per esempio di 35-50 t/ha di tuberi, si aggira su 170 kg/ha.

 
Il fosforo facilita lo sviluppo radicale, la formazione, l’ingrossamento dei tuberi ed accelera la maturazione. Esso è, come anche per molte altre coltivazioni, un fattore di precocità. Una sua carenza invece può determinare cali di produzione, maggiori percentuali di sotto calibro e riduzione del peso specifico delle patate.
Il fosforo nel terreno ha scarsa mobilità, pertanto, per migliorare l’efficienza delle concimazioni fosfatiche, soprattutto in terreni sabbiosi, si possono utilizzare concimi fosfatici solubili in fertirrigazione.
Il potassio favorisce la sintesi dei glucidi e permette il loro trasferimento nei tuberi. Esso migliora le rese, la conservabilità, e la qualità in generale. La sua azione si manifesta anche sull’aumento del calibro dei tuberi. Il potassio aiuta ad evitare diverse fisiopatie, come l’imbrunimento dei tuberi.
Le carenze in potassio si manifestano attraverso una coltura scarsamente sviluppata, con un fogliame accartocciato, di colore più o meno giallo e necrotizzate, con un arresto prematuro della vegetazione.
È risaputo che la patata è specie agraria definibile ad alto fabbisogno di potassio (o potassofila) e si stima che in terreni scarsamente dotati del nutriente, le asportazioni colturali stagionali vanno da 200 a 400 kg/ha. Si preferisce la forma potassica da solfato vista la sensibilità della patata ai cloruri.

Importanza dell’avvicendamento

La patata migliora il terreno in cui è stata coltivata in virtù dell’elevato apporto di nutrienti che riceve e del buon potere strutturante esercitato dalle sue radici. È coltura da rinnovo che di solito apre la rotazione precedendo il frumento e seguendo il frumento stesso o un altro cereale a paglia (orzo, avena).
Non dovrebbe mai entrare in rotazioni corte: almeno 4 o addirittura 5-6 anni devono passare prima che la patata torni sullo stesso terreno, in successione a un cereale a paglia vernino (meglio se frumento) o anche ad alcune ortive chenopodiacee (spinacio, bietola da coste e da orto), né devono entrare nella rotazione altre colture di solanacee (pomodoro, peperone, melanzana, tabacco).
Da evitarsi anche inserimenti in avvicendamenti con colza e girasole o precessioni di prati poliennali e medicai (per i gravi danni sui tuberi causati da elateridi). Rotazioni errate e ristoppi frequenti favoriscono lo sviluppo di agenti biotici di avversità telluriche (rizottoniosi, mal dello sclerozio, nematodi fitoparassiti).


Concimazione

Come pratica di concimazione, bisogna considerare che il massimo assorbimento degli elementi nutritivi si verifica tra 50 e 80 giorni dall’impianto.
Nella moderna coltivazione di precisione (precision farming) lo stato nutritivo della pianta, vista la sua stretta correlazione con il contenuto di clorofilla, può oggi essere facilmente monitorato con strumenti portatili misuratori di clorofilla (chlorophyll meters); la misurazione diretta di questo pigmento verde è importante perché svariate ricerche dimostrano una forte correlazione tra le misure effettuate e i contenuti di azoto, rendendo così possibile assumere direttamente in campo decisioni gestionali che evitino il rischio produttivo della sotto-concimazione o i costi superflui, economici e ambientali, del sovradosaggio.
 

Irrigazione

Per quanto riguarda le esigenze irrigue, si deve ricordare che la patata è una coltura irrigua, per cui è possibile coltivare la patata solo nelle zone dove il clima assicura una sufficiente quantità di acqua, oppure ricorrendo ad adeguati interventi irrigui.
Il volume di adacquamento stagionale varia da 2.000 a 3.000 m3/ha, in relazione alla varietà, al tipo di terreno ed alle condizioni climatiche.
Il metodo irriguo a pioggia è il più usato, ma si sta dimostrando sempre più interessante anche la microirrigazione a goccia e la fertirrigazione, per un miglior risparmio e distribuzione dell’acqua e per un miglior frazionamento della concimazione.
L’impianto a goccia è il sistema meno impattante su pianta e terreno, ma induce la pianta a esplorare porzioni più limitate di terreno e questo non sempre è positivo. L’uniformità ottenibile con la goccia può superare il 90% anche in presenza di terreni con forti dislivelli grazie a meccanismi di regolazione della portata. 
L’ala gocciolante viene di solito posizionata sulla prosa e quasi mai tra l’una e l’altra: si deciderà se metterla in superficie (sistema più usato) oppure appena interrata (con macchine interratubo al momento della rincalzatura).
 

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Forum - Ultima discussione su patata

Elateridi

Quest'anno ho avuto un forte attacco di ferretti sulle patate (il trattamento fatto con Mokap localizzato alla semina, non ha sortito alcun effetto), il prossimo anno dovrei seminare sullo stesso terreno le carote ma ho il timore che si possa ripresentare lo stesso problema. Qualcuno ha avuto esperienze simili e può darmi qualche consiglio in merito?

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