Importanza dell’avvicendamento
La patata migliora il terreno in cui è stata coltivata in virtù dell’elevato apporto di nutrienti che riceve e del buon potere strutturante esercitato dalle sue radici. È coltura da rinnovo che di solito apre la rotazione precedendo il frumento e seguendo il frumento stesso o un altro cereale a paglia (orzo, avena).
Non dovrebbe mai entrare in rotazioni corte: almeno 4 o addirittura 5-6 anni devono passare prima che la patata torni sullo stesso terreno, in successione a un cereale a paglia vernino (meglio se frumento) o anche ad alcune ortive chenopodiacee (spinacio, bietola da coste e da orto), né devono entrare nella rotazione altre colture di solanacee (pomodoro, peperone, melanzana, tabacco).
Da evitarsi anche inserimenti in avvicendamenti con colza e girasole o precessioni di prati poliennali e medicai (per i gravi danni sui tuberi causati da elateridi). Rotazioni errate e ristoppi frequenti favoriscono lo sviluppo di agenti biotici di avversità telluriche (rizottoniosi, mal dello sclerozio, nematodi fitoparassiti).
Concimazione
Come pratica di concimazione, bisogna considerare che il massimo assorbimento degli elementi nutritivi si verifica tra 50 e 80 giorni dall’impianto.
Nella moderna coltivazione di precisione (precision farming) lo stato nutritivo della pianta, vista la sua stretta correlazione con il contenuto di clorofilla, può oggi essere facilmente monitorato con strumenti portatili misuratori di clorofilla (chlorophyll meters); la misurazione diretta di questo pigmento verde è importante perché svariate ricerche dimostrano una forte correlazione tra le misure effettuate e i contenuti di azoto, rendendo così possibile assumere direttamente in campo decisioni gestionali che evitino il rischio produttivo della sotto-concimazione o i costi superflui, economici e ambientali, del sovradosaggio.
Irrigazione
Per quanto riguarda le esigenze irrigue, si deve ricordare che la patata è una coltura irrigua, per cui è possibile coltivare la patata solo nelle zone dove il clima assicura una sufficiente quantità di acqua, oppure ricorrendo ad adeguati interventi irrigui.
Il volume di adacquamento stagionale varia da 2.000 a 3.000 m3/ha, in relazione alla varietà, al tipo di terreno ed alle condizioni climatiche.
Il metodo irriguo a pioggia è il più usato, ma si sta dimostrando sempre più interessante anche la microirrigazione a goccia e la fertirrigazione, per un miglior risparmio e distribuzione dell’acqua e per un miglior frazionamento della concimazione.
L’impianto a goccia è il sistema meno impattante su pianta e terreno, ma induce la pianta a esplorare porzioni più limitate di terreno e questo non sempre è positivo. L’uniformità ottenibile con la goccia può superare il 90% anche in presenza di terreni con forti dislivelli grazie a meccanismi di regolazione della portata.
L’ala gocciolante viene di solito posizionata sulla prosa e quasi mai tra l’una e l’altra: si deciderà se metterla in superficie (sistema più usato) oppure appena interrata (con macchine interratubo al momento della rincalzatura).