Grano, ridurre la CO2 per guadagnare di più
Sul mercato sta nascendo la richiesta di farina di grano a basso impatto ambientale. Yara e Molini Pivetti hanno sviluppato un protocollo di coltivazione del frumento che utilizza fertilizzanti prodotti in maniera più sostenibile per intercettare quei consumatori disposti a spendere di più per un prodotto a ridotta carbon footprint
Il grano prodotto con i concimi Yara Climate Choice è a ridotto impatto ambientale
Fonte immagine: Molini Pivetti
Per produrre 1 chilogrammo di pane si immettono in atmosfera (in media) circa 0,70 chilogrammi di anidride carbonica, un gas che sappiamo essere tra le cause dell'effetto serra e del surriscaldamento globale. Su questo valore, la fase di produzione di campo pesa per circa 0,5 chilogrammi. Dietro a questo numero, infatti, si nasconde il consumo di gasolio per lavorare il terreno e per raccogliere la granella, l'utilizzo dei fitofarmaci e, ovviamente, anche quello dei concimi.
I fertilizzanti azotati pesano molto sull'impronta carbonica del grano, come di altre commodity agricole, in quanto di solito vengono prodotti a partire dal gas metano, una fonte energetica non rinnovabile consumata in grande quantità per trasformare l'azoto atmosferico in un prodotto assimilabile dalle piante.
Oggi però l'Unione Europea e l'opinione pubblica chiedono che anche l'agricoltura faccia la propria parte per ridurre le emissioni del vecchio continente e sta nascendo una nicchia di mercato disposta a pagare qualcosa di più per avere delle farine che siano più sostenibili.
Da questo presupposto nasce la collaborazione tra Molini Pivetti, storico operatore del settore con sede a Renazzo (Ferrara), e Yara, multinazionale norvegese tra le più importanti a livello globale nella produzione di concimi. Durante un incontro con gli agricoltori che aderiscono all'accordo di filiera Campi Protetti Pivetti, sono stati presentati dei nuovi fertilizzanti azotati a ridotto impatto ambientale sviluppati proprio da Yara.
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Fertilizzanti più sostenibili senza cambiare le pratiche in campo
Il cuore del progetto è l'impiego di fertilizzanti della linea Yara Climate Choice, prodotti negli stabilimenti europei dell'azienda norvegese con l'obiettivo di abbattere sensibilmente le emissioni di CO2. Rispetto ai fertilizzanti convenzionali, questi concimi presentano una carbon footprint inferiore da circa il 35% fino al 95%, grazie all'utilizzo di tecnologie a basso impatto e di ammoniaca ottenuta da fonti rinnovabili o tramite processi di Cattura e Stoccaggio del Carbonio (CCS).
"Quello che fa la differenza è il processo produttivo: il fertilizzante finale è lo stesso che gli agricoltori già conoscono e usano, ma viene realizzato in modo da emettere molta meno CO2", ha spiegato Giulia Castellucci, responsabile delle Relazioni con le Filiere per Yara Italia, che è intervenuta durante l'incontro con gli agricoltori che aderiscono a Campi Protetti Pivetti. "È una soluzione semplice ed efficace per chi vuole essere più sostenibile senza stravolgere l'operatività di campo".
Nel progetto pilota con Molini Pivetti, avviato per la campagna 2025, sono stati utilizzati due prodotti della linea Climate Choice: YaraMila SUPERSEMINA e YaraBela SULFAN, formulati a base nitrica e pienamente compatibili con le tecniche di fertilizzazione già adottate in campo. La loro efficacia agronomica resta invariata, ma il valore ambientale si riflette direttamente sul calcolo dell'impronta carbonica finale della farina.

Giulia Castellucci, responsabile delle Relazioni con le Filiere per Yara Italia e Alessandro Zucchi, agronomo e responsabile filiera di Molini Pivetti
(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)
Campi Protetti: una filiera controllata e pronta al futuro
L'uso di Yara Climate Choice si inserisce nel contesto della filiera Campi Protetti Pivetti, un sistema produttivo certificato da CSQA che garantisce la tracciabilità del grano tenero 100% italiano e l'impegno verso pratiche agricole sostenibili. "Da anni lavoriamo per rendere la nostra farina sempre più responsabile dal punto di vista ambientale, economico e sociale", ha ricordato Alessandro Zucchi, agronomo e responsabile Filiera di Molini Pivetti.
Proprio l'analisi LCA, Life Cycle Assessment, condotta sull'intero ciclo di produzione della farina, ha messo in evidenza come la fase agricola incida fino al 60% sulle emissioni totali. Per questo motivo l'adozione di fertilizzanti più green rappresenta un passaggio chiave per ridurre l'impatto ambientale della filiera e, allo stesso tempo, offrire al mercato un prodotto premium.
"Il vantaggio è duplice: da un lato si risponde alla domanda di aziende e consumatori che cercano prodotti più sostenibili; dall'altro si crea un valore aggiunto che può essere monetizzato, ad esempio sotto forma di premio di filiera o accesso a nuovi sbocchi commerciali", ha aggiunto Zucchi.
La certificazione CSQA, già applicata alla filiera Campi Protetti, garantirà che le nuove pratiche agronomiche siano riconosciute e comunicate correttamente sul mercato. Una parte della farina così prodotta, infatti, sarà proposta a industrie alimentari impegnate nella riduzione delle proprie emissioni.
La sostenibilità come strumento competitivo
Il progetto Yara-Molini Pivetti si muove in una direzione precisa: semplificare la transizione ecologica dell'agricoltura senza sacrificare la produttività o imporre nuovi oneri agli agricoltori. "Parliamo spesso di sostenibilità ambientale, ma non possiamo dimenticare quella economica. Se vogliamo che gli agricoltori adottino queste pratiche, devono poterci guadagnare", ha sottolineato Giulia Castellucci.
Non a caso, il piano punta a trasformare l'impegno ambientale in un vantaggio competitivo, offrendo farine certificate a ridotta impronta carbonica a un mercato sempre più attento e pronto a riconoscerne il valore. L'obiettivo, nel medio termine, è che soluzioni di questo tipo non restino una nicchia, ma diventino uno standard di filiera.
In questo senso, la sperimentazione avviata nel 2024 rappresenta solo il primo passo. Se i risultati agronomici e ambientali saranno positivi, i fertilizzanti Yara Climate Choice potranno essere estesi a una porzione sempre maggiore della filiera Campi Protetti, accompagnando il grano italiano in una nuova fase della sua storia: quella in cui il rispetto per il clima diventa anche una leva per la redditività agricola.