2025
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Riscrivere la fertilità del nocciolo: soluzioni agronomiche che guardano al futuro

Concimazione sostenibile e rese elevate: i risultati di una sperimentazione triennale su nocciolo con i fertilizzanti Unimer

Riscrivere la fertilità del nocciolo: soluzioni agronomiche che guardano al futuro - le news di Fertilgest sui fertilizzanti

Unimer migliora qualità e produttività del nocciolo riducendo l'apporto di fertilizzanti

Fonte immagine: Unimer

La coltivazione del nocciolo (Corylus avellana) in Italia ha una lunga tradizione, legata sia alla qualità dei frutti che alla versatilità della coltura. L'Italia è uno dei principali produttori mondiali di nocciole, seconda solo alla Turchia.

Le zone italiane più vocate alla coltivazione del nocciolo sono:

  • il Piemonte, per la Tonda Gentile delle Langhe, una varietà Dop pregiata per la qualità e l'aroma;
  • il Lazio: in particolare la provincia di Viterbo, con la varietà Tonda Romana;
  • la Campania con la varietà Tonda di Giffoni, Igp.


La coltivazione del nocciolo sta suscitando crescente interesse nelle aree temperate grazie alla sua notevole adattabilità pedoclimatica e all'aumento della domanda da parte dell'industria alimentare, soprattutto quella dolciaria, sempre più orientata verso nocciole di origine nazionale. Ciò ha spinto molti agricoltori a investire nelle varietà più idonee alle condizioni del territorio italiano, portando a una netta espansione dei noccioleti nel Centro-Nord e nelle aree più vocate del Sud: dal 2010 le superfici coltivate sono passate da 70.464 a 95.977 ettari (Istat, 2025).

 

Le tendenze degli ultimi anni, che guidando l'intero settore dell'alimentazione a livello globale, hanno messo in primo piano la salute, il benessere e la sostenibilità grazie ad un consumatore sempre più consapevole ed attento al modo in cui le produzioni agricole vengono ottenute, all'importanza del rispetto e tutela dell'ambiente e ricettivo rispetto alle politiche globali su tali argomenti.

 

Intercettando queste macro tendenze, l'industria di trasformazione ha promosso contratti di filiera in grado di offrire agli agricoltori uno sbocco commerciale sicuro, garantendo nel contempo una materia prima di qualità elevata, coltivata secondo pratiche sostenibili. 

 

La gestione della fertilizzazione è un fattore determinante per la qualità e la produttività, soprattutto di fronte alle sfide imposte dal clima, dalla variabilità dei suoli e dalla necessità di ridurre l'impatto ambientale della corilicoltura moderna.

 

Partendo da queste premesse, Unimer - da oltre cinquant'anni nel campo della produzione di concimi organici, organo-minerali e ammendanti per agricoltura biologica e convenzionale - e Ferrero, protagonista globale nella trasformazione della nocciola, hanno affidato a Sagea, società italiana specializzata nella ricerca agronomica, una prova sperimentale triennale con l'obiettivo di valutare l'efficacia dei fertilizzanti organici e organo-minerali Unimer rispetto a quelli minerali, misurare gli standard produttivi ottenibili con una riduzione degli apporti nutritivi e apprezzarne il positivo impatto sulla sostenibilità. Questa sperimentazione si è svolta in Piemonte, area di eccellenza per la corilicoltura, presso un noccioleto di varietà Tonda Gentile Trilobata, al primo anno produttivo (dal 2019 al 2021). Le applicazioni dei concimi sono state effettuate in due momenti chiave: post-raccolta e in fase di avvio dell'attività vegetativa.

 

Sono state testate quattro tesi di concimazione confrontate con un controllo non concimato (T1), una tesi che prevedeva l'impiego dei fertilizzanti normalmente utilizzati dall'azienda (T2), una tesi (T3) con i concimi organo-minerali Unimer Victory S NPK (4-8-16) e Miura S NPK (Mg-S) 12-6-8 (2-26) con boro e ferro, un'altra tesi Unimer (T4) con ammendante Microlife e concimi organici ed organo-minerali utilizzabili in regime di agricoltura biologica Bacchus S NPK (S) 3-6-14 (13) con ferro e Endurance N8 (T4), ed una tesi con esclusivo apporto di fertilizzanti di sintesi (T5). Le dosi di fertilizzante sono state calcolate in base al disciplinare regionale dell'agricoltura integrata, previa analisi chimico-fisica del suolo.

 

Per la tesi trattata con fertilizzanti organo-minerali Unimer, le unità fertilizzanti di azoto e potassio sono state ridotte del 30%, grazie alla maggiore efficienza di questa tipologia di prodotti rispetto ai concimi di sintesi. Nella tesi relativa ai fertilizzanti Unimer ammessi in agricoltura biologica, la riduzione è stata ancora più marcata: fosforo diminuito del 45% rispetto alle altre tesi e azoto somministrato in quantità inferiore del 40% rispetto sia alla tesi aziendale che a quella con fertilizzanti di sintesi. Questo approccio è stato possibile grazie al più alto rendimento nutrizionale della forma organica dell'azoto.


Grazie al contenuto di sostanze umiche e ai loro meccanismi di chelazione, complessazione e adsorbimento, i concimi organici ed organo minerali Unimer, consentendo un rilascio graduale della parte minerale, ne favoriscono l'assorbimento radicale e ne limitano la dispersione ambientale, accrescendo l'efficienza nutrizionale.

 

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Figura 1. Sommatoria delle unità fertilizzanti somministrate nei 3 anni di prova per ogni tesi

(Fonte: Unimer)

 

La figura 1 mostra le differenze tra le tesi nelle unità fertilizzanti somministrate nei tre anni, suddivise per azoto (N), fosforo (P) e potassio (K.

 

L'analisi complessiva evidenzia per le tesi Unimer T3 e T4 e Minerale T5 risultati produttivi comparabili, senza differenze statisticamente significative tra loro anche nell'annata 2021/2022 fortemente influenzata da persistente siccità e temperature estive eccezionalmente elevate con un impatto negativo diretto sul calibro dei frutti. La concimazione con i concimi organo-minerali Unimer (Tesi 3) ha mostrato i migliori risultati anche nella difficile annata 2022.

 

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Figura 2. Produzione lorda in kg/ha delle tesi in prova (NT non trattato, T2 standard aziendale, T3 concimazione organo-minerale Unimer, T4 concimazione Bio Unimer, T5 fertilizzazione chimica) nelle 3 annate di studio. Le lettere minuscole indicano la differenza significativa tra i trattamenti nell'anno (P<0,05).
Nota: La valutazione dei risultati produttivi - sia quantitativi che qualitativi - è stata condotta attraverso analisi della varianza (ANOVA), mentre le differenze tra le medie sono state verificate tramite il test Student-Newman-Keuls (livello di significatività P = 0,05).

(Fonte: Unimer)

 

Durante i primi due anni di prova, le tesi Unimer (T3 e T4) hanno mostrato calibri delle nocciole comparabili a quelli delle tesi T2 e T5. Nel terzo anno, le condizioni climatiche avverse hanno provocato una significativa riduzione del calibro dei frutti; nonostante il calo generalizzato, le tesi concimate con concimi organici e organo-minerali hanno continuato a garantire un calibro medio più elevato rispetto alla tesi T5, come mostrato in Figura 3.

 

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Figura 3. Calibro delle nocciole suddiviso per classe e trattamento

(Fonte: Unimer)

 

La sperimentazione ha confermato l'importanza della concimazione nella coltivazione del nocciolo, con effetti positivi sulla resa quantitativa e un impatto ancor più marcato sulla qualità finale. In particolare, la disponibilità di azoto durante le fasi di crescita vegetativa e di ingrossamento dei frutti si è rivelata decisiva per ottenere nocciole di calibro superiore.


L'impiego dei concimi organici e organo-minerali ad alta efficienza Unimer ha consentito di raggiungere l'obiettivo di una produttività sostenibile e di elevata qualità, nonostante la riduzione dell'apporto di unità fertilizzanti, garantendo nel contempo la migliore fertilità del suolo grazie all'apporto di sostanza organica umificata. Una risposta efficace alle esigenze di un'agricoltura moderna e rispettosa dell'ambiente.


Con Unimer il nocciolo cambia passo!

 

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