2025
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Fertilizzanti russi: sì all'aumento dei dazi dal Parlamento Ue

L'aumento riguarda anche la Bielorussia, colpite anche alcune derrate agroalimentari. L'incremento sarà graduale fino a luglio 2028. Confagricoltura è preoccupata per la mancanza di alternative e il rischio di aumento dei costi per gli agricoltori

Fertilizzanti russi: sì all'aumento dei dazi dal Parlamento Ue - le news di Fertilgest sui fertilizzanti

Il provvedimento, votato a larga maggioranza, mira a ridurre la dipendenza dell'Ue dalla Russia e ad incrementare la sicurezza alimentare (Foto di archivio)

Fonte immagine: © 994yellow - Adobe Stock

Dato l'elevato utilizzo di metano nella produzione di fertilizzanti azotati e l'incremento delle importazioni Ue di questi mezzi tecnici per l'agricoltura da Russia e Bielorussia, il Parlamento Europeo ha approvato ieri, 22 maggio 2025, l'aumento dei dazi sui fertilizzanti e alcuni prodotti agricoli importati da questi due Paesi, con l'obiettivo di ridurre la dipendenza dell'Ue e al fine di impedire che le risorse così drenate sul mercato unionale possano essere utilizzate per continuare le ostilità in Ucraina.

 

Ma su questa azione di contrasto alla Russia per la guerra in Ucraina, le organizzazioni agricole europee Copa e Cogeca avevano già espresso le loro perplessità e le loro proposte di modifica all'atto della presentazione della proposta da parte della Commissione Ue. E il testo uscito dal voto del Parlamento di Strasburgo non accoglie che solo molto marginalmente tali richieste. Non a caso, in tarda serata di ieri, Massimiliano Giansanti, in qualità di presidente di Confagricoltura, ma presidente del Copa, ha espresso tutte le sue riserve sulla proposta di regolamento appena votata.

 

I contenuti del Regolamento

Con 411 voti a favore, 100 contrari e 78 astensioni, i deputati hanno dato il via libera alla proposta della Commissione di aumentare del 50% i dazi Ue su prodotti agricoli di origine russa e bielorussa non ancora soggetti a dazi doganali aggiuntivi. I beni colpiti includono zuccheri, aceto, farina e mangimi.

 

La proposta prevede inoltre un dazio del 6,5% sul valore dei fertilizzanti importati dai due Paesi, oltre a tariffe d'ingresso comprese tra 40 e 45 euro a tonnellata per il biennio 2025-2026. Tali dazi aumenteranno fino a 430 euro per tonnellata entro il 2028. I ricavi delle esportazioni di fertilizzanti da parte di Russia e Bielorussia sono considerati un contributo diretto al finanziamento della guerra russa contro l'Ucraina.

 

Più in dettaglio, saranno assoggettabili ai nuovi dazi e alle nuove tariffe "i concimi minerali o chimici contenenti due o tre degli elementi fertilizzanti: azoto, fosforo e potassio" e "altri concimi". Tra questi vengono esclusi i prodotti "presentati sia in tavolette o forme simili, sia in imballaggi di un peso lordo inferiore o uguale a 10 chilogrammi". Altra esclusione dalla base imponibile riguarda i "concimi minerali o chimici contenenti i due elementi fertilizzanti fosforo e potassio", elementi dei quali vi è notevole scarsità in Ue e nel resto del mondo.

 

Il Regolamento dovrà ora essere adottato formalmente dal Consiglio e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale prima di entrare in vigore. Per i prodotti agricoli interessati dai nuovi dazi (elencati nell'allegato I della proposta), le nuove regole si applicheranno quattro settimane dopo l'entrata in vigore del Regolamento.

 

Necessario ridurre le importazioni dalla Russia

"Le nuove misure ridurranno sensibilmente le importazioni nell'Ue dei beni interessati, che siano di origine diretta o esportati indirettamente da Russia e Bielorussia. Ciò dovrebbe favorire una maggiore diversificazione della produzione europea di fertilizzanti, oggi penalizzata dai bassi prezzi delle importazioni" è scritto in una nota stampa del Parlamento Europeo. Il Regolamento affida infine alla Commissione il compito di monitorare eventuali aumenti di prezzo e gli effetti sul mercato interno e sull'agricoltura europea, e di adottare misure correttive se necessario.

 

La relatrice permanente del Parlamento sulla Russia, Inese Vaidere (Ppe, Lv), ha dichiarato: "Questo Regolamento, che prevede un aumento progressivo dei dazi doganali sui prodotti provenienti da Russia e Bielorussia, contribuirà a impedire che la Russia utilizzi il mercato dell'Ue per finanziare il proprio apparato bellico. Non è accettabile che, a tre anni dall'inizio della guerra su vasta scala, l'Ue continui ad acquistare grandi quantità di prodotti strategici, anzi, le importazioni sono persino aumentate in modo significativo".

 

Inoltre, sempre secondo la relatrice Vaidere "La proposta rafforzerà anche la produzione di fertilizzanti nell'Ue, penalizzata dai prezzi bassi delle importazioni russe, offrendo al contempo agli agricoltori il tempo necessario per adattarsi. Un punto fondamentale della proposta è l'inclusione di disposizioni di monitoraggio che consentiranno alla Commissione di osservare il mercato dei fertilizzanti e intervenire in caso di impennata dei prezzi".

 

Nel 2024, le importazioni nell'Ue di fertilizzanti a base di urea e azoto dalla Russia sono aumentate in modo significativo. Secondo la Commissione, tali importazioni riflettono una situazione di dipendenza economica dalla Russia che, se non affrontata, potrebbe compromettere la sicurezza alimentare dell'Ue e, nel caso specifico dei fertilizzanti, esporre l'Unione a possibili pressioni o ricatti economici da parte di Mosca. A tal fine, la Commissione Ue aveva presentato il 28 gennaio 2025 la proposta di imporre dazi sui fertilizzanti e su determinati prodotti agricoli originari di Russia e Bielorussia.

 

Uno scenario complesso

Ma non tutto è così semplice, perché lo scenario nel quale impatterà il rialzo dei dazi alla Russia sui fertilizzanti è il seguente. Il prezzo dell'urea sui mercati internazionali ha toccato il 21 maggio scorso i 462,75 dollari alla tonnellata, secondo le stime di Trading Economics, mettendo a segno un aumento di valore dall'inizio dell'anno del 62,37%, facendo così lievitare i costi per le imprese agricole. Intanto, Russia Bielorussia nel corso del 2024 hanno aumentato le proprie esportazioni di fertilizzanti azotati verso il mercato dell'Unione Europea, che nel 2023 erano ammontate a 2,9 milioni di tonnellate, per un valore di 380 milioni di euro, secondo i dati Eurostat. Mentre la Commissione Ue ha calcolato che già solo nei primi otto mesi del 2024 le importazioni Ue di fertilizzanti dalla Russia siano volate, superando la media dei precedenti cinque anni, pervenendo a circa 1,4 miliardi di euro, pur mantenendo prezzi decisamente concorrenziali.

 

Confagricoltura esprime preoccupazione

Ecco perché Confagricoltura esprime preoccupazione per l'esito del voto di ieri del Parlamento Europeo relativo alla modifica dei dazi sulle importazioni di fertilizzanti da Russia e Bielorussia, respingendo tutti gli emendamenti proposti. "A larga maggioranza - sottolinea la nota di Confagricoltura - è passata la proposta della Commissione su dazi aggiuntivi sull'import di alcune merci, tra cui appunto i fertilizzanti, a partire dal prossimo mese di luglio".

 

"In questo modo - evidenzia la Confederazione - non si tiene conto delle criticità evidenziate dagli agricoltori e si rischia di aggravare ulteriormente le difficoltà delle imprese europee del comparto".

 

Pur condividendo gli obiettivi generali della misura, in particolare il rafforzamento della sicurezza alimentare e la spinta alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento, Confagricoltura ribadisce l'urgenza di integrare il provvedimento con misure correttive che tengano conto dell'attuale contesto economico, ambientale e produttivo. In particolare, è necessaria una revisione graduale del sistema dei dazi, affinché la transizione verso una minore dipendenza dalle importazioni non penalizzi il settore primario europeo, già fortemente colpito dall'instabilità dei mercati e dall'aumento dei costi di produzione.

 

Preoccupano la mancanza di considerazione per reali fonti alternative, l'assenza di una valutazione d'impatto e la non chiarezza sulle implicazioni di mercato. Se l'Unione è determinata a ridurre la dipendenza dai fertilizzanti russi e bielorussi, ad avviso di Confagricoltura deve presentare un'alternativa credibile e lungimirante. Mancano invece, sia specifiche decisioni volte a rafforzare l'utilizzo dei fertilizzanti di origine zootecnica (a partire dal digestato) strategici per ridurre la dipendenza dai concimi azotati, sia una maggiore flessibilità nell'applicazione della Direttiva Nitrati.


"Le imprese agricole - aggiunge il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti - hanno bisogno di risposte adeguate anche alla luce delle decisioni che si stanno assumendo a livello nazionale per il miglioramento della qualità dell'aria. In particolare, il divieto assoluto dell'impiego di urea nel Bacino Padano a partire dal 1° gennaio 2027, senza alcuna fase transitoria realmente attuabile e senza alternative valide presenti sul mercato, rappresenta un'imposizione insostenibile per le imprese agricole".

 

"Il rischio concreto - conclude - è che il settore primario, già piegato da calamità climatiche frequenti e rincari dei costi, si trovi nuovamente ad affrontare norme difficilmente applicabili, con effetti negativi sul piano sociale, ambientale ed economico".

 

Disattese le richieste di Copa e Cogeca

A marzo notevoli perplessità erano state espresse dalle associazioni dei sindacati agricoli europei Copa e Cogeca su tale manovra, ora però temperata dall'esclusione dei fertilizzanti a base di fosforo e potassio. In particolare, con una dura nota, Copa Cogeca aveva lamentato la mancanza nella proposta formulata dalla Commissione Ue di una valutazione d'impatto del Regolamento e di una chiara strategia a medio e lungo termine per garantire agli agricoltori l'accesso a fertilizzanti a prezzi accessibili. "Senza modifiche mirate, queste misure rischiano di danneggiare l'agricoltura europea e di incidere sulla sicurezza alimentare e sull'inflazione" avevano avvertito le organizzazioni agricole. Una sola indicazione del Copa e del Cogeca è stata accolta nel testo votato ieri: quello dell'esclusione totale dall'aumento dei dazi e delle tariffe sui fertilizzanti a base fosforo e potassio.

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