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Biostimolanti, cinque consigli per l'applicazione col drone

I biostimolanti, a differenza dei prodotti fitosanitari, possono essere distribuiti sulle colture tramite drone. È però necessario prestare attenzione ad alcune criticità per evitare di fare errori

Biostimolanti, cinque consigli per l'applicazione col drone - le news di Fertilgest sui fertilizzanti

Il DJI Agras T50 in azione per l'applicazione dei biostimolanti

Fonte immagine: Hortus Service

L'utilizzo dei droni in agricoltura si sta lentamente diffondendo grazie alla loro capacità di operare in modo rapido ed efficiente. I velivoli senza pilota, infatti, consentono di coprire vaste superfici in tempi ridotti e possono entrare nei campi anche quando il suolo non è carreggiabile, ad esempio dopo abbondanti piogge. Inoltre, garantiscono una distribuzione precisa dei prodotti e possono seguire mappe di volo pre elaborate per ottimizzare i trattamenti. Un altro vantaggio è la possibilità di raggiungere aree difficilmente accessibili, come i campi collinari o le aree terrazzate, senza compromettere la qualità della distribuzione e preservando la salute dell'agricoltore.

 

Nonostante i vantaggi operativi, di cui abbiamo parlato più volte, l'uso dei droni per l'applicazione di prodotti fitosanitari è ancora vietato dalla normativa italiana ed europea. Tuttavia, è consentito distribuire fertilizzanti, sia granulari che liquidi, insetti utili e biostimolanti. Questi ultimi rappresentano una risorsa sempre più importante per migliorare la salute delle colture e per ottimizzare le produzioni.

 

Cosa sono i biostimolanti e quali vantaggi offrono

I biostimolanti sono prodotti che migliorano la crescita delle piante, aumentano la loro resistenza agli stress abiotici (come caldo, freddo e carenza d'acqua) e ottimizzano l'assorbimento dei nutrienti. Non sono fertilizzanti in senso stretto, poiché non forniscono direttamente nutrienti alle piante, ma ne facilitano l'assorbimento migliorando lo sviluppo radicale e l'efficienza nutrizionale.

 

Nel concreto, l'uso di biostimolanti può:

  • Favorire uno sviluppo radicale più robusto, permettendo alla pianta di esplorare una maggiore porzione di suolo e accedere a più nutrienti.
  • Migliorare la tolleranza agli stress ambientali, come siccità o temperature estreme, garantendo una crescita più stabile.
  • Incrementare la qualità del raccolto, sia in termini di pezzatura (quintali ad ettaro) che di caratteristiche qualitative (grado Brix nei pomodori, percentuale proteica nel grano, polifenoli nell'uva, eccetera).

 

È però importante scegliere il biostimolante più adatto alle specifiche esigenze agronomiche e alle condizioni del campo, considerando che non esiste un prodotto universale valido per tutte le situazioni.

 

I droni possono seguire un piano di volo prestabilito

I droni possono seguire un piano di volo prestabilito

(Fonte foto: Hortus Service)

 

L'esperienza di Hortus Service

Hortus Service, società di Morrovalle (Macerata) che si occupa di distribuzione di mezzi tecnici e di assistenza tecnica specializzata, ha sperimentato l'applicazione di biostimolanti tramite drone, utilizzando il DJI Agras T50, un quadricottero con una capacità di carico di 40 litri ideale per trattare 1 ettaro di campo con una singola batteria (della durata di circa 15 minuti).

 

Dopo molti trattamenti in campo, Marco Giustozzi, agronomo di Hortus Service, ci ha riassunto i consigli pratici che si sente di dare a chi intende effettuare l'applicazione di biostimolanti tramite drone in maniera efficace e sicura:

  • Valutare la tipologia di formulato. Considerando che il drone può trasportare al massimo 40 litri di miscela occorre selezionare solo i prodotti che non necessitano di diluizioni troppo alte. "Alcuni prodotti con alta concentrazione organica, se applicati a bassi volumi, possono provocare fitotossicità", racconta Giustozzi.
  • Effettuare trattamenti localizzati. Per sondare l'effetto del biostimolante su una determinata coltura in un determinato stadio dello sviluppo sarebbe sempre meglio applicare il prodotto su piccole aree per monitorare la risposta delle piante.
  • Distinguere tra prodotti a base acqua o olio. "I prodotti a base olio possono creare problemi di distribuzione con gli ugelli del drone, riducendo l'omogeneità del trattamento", avverte Giustozzi. "Meglio dunque optare per quelli a base acqua".
  • Considerare le condizioni climatiche. Temperature elevate o ritorni di freddo possono compromettere l'efficacia del trattamento. Soprattutto in estate, è preferibile operare nelle prime ore del mattino, con umidità alta e temperature moderate. Per i trattamenti col drone valgono in generale le regole che si rispettano nei trattamenti con una barra irroratrice o un atomizzatore. In aggiunta occorre tenere in considerazione che la miscela è molto concentrata.
  • Attenzione alle piante appena trapiantate. "Nel caso di orticole appena trapiantate un trattamento troppo aggressivo potrebbe creare stress alla coltura", sottolinea l'agronomo. "Occorre quindi intervenire quando le piante sono nelle giuste condizioni per trarre beneficio dal trattamento e non il contrario".

 

Il drone è in grado di trattare molti ettari in poco tempo

Il drone è in grado di trattare molti ettari in poco tempo

(Fonte foto: Hortus Service)

 

Droni sì, ma facendo attenzione

L'uso dei droni per la distribuzione dei biostimolanti rappresenta una soluzione innovativa ed efficiente per migliorare le produzioni agricole. Tuttavia, è fondamentale prestare attenzione alla tipologia di prodotto, alle condizioni climatiche e alla fase di sviluppo della coltura per ottenere risultati ottimali senza rischi.

 

I vantaggi dell'impiego del drone in alcuni contesti sono innegabili, ma ogni azienda agricola deve fare le proprie valutazioni sull'opportunità di adottare questo metodo di distribuzione che, in ogni caso, ha anche degli svantaggi. In altre parole, ogni agricoltore, sulla base della propria specificità aziendale, dovrebbe valutare il costo-opportunità di entrare in campo con un velivolo senza pilota piuttosto che con una irroratrice classica.

 

Infine, è necessario ricordare l'importanza dell'assistenza di un tecnico che sia in grado di consigliare l'agricoltore sul migliore prodotto da applicare, nonché sulle metodologie più opportune, in modo da evitare di sprecare tempo e denaro, se non addirittura di creare danni alla coltura.

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