Biostimolanti Conference: cinque protagonisti da tenere d'occhio
Dal cambiamento climatico, agli stress abiotici fino all'uso di microalghe, batteri e funghi micorrizici a supporto delle colture. Alla sesta edizione della Biostimolanti Conference 2025 si è fatto il punto sull'efficacia, le novità d'impiego e le prospettive di utilizzo future dei biostimolanti

Le brochure della Biostimolanti Conference 2025
Fonte immagine: AgroNotizie®
L'agricoltura si trova oggi divisa tra esigenze produttive sempre più elevate e le sfide imposte dal cambiamento climatico e dalla riduzione degli input chimici.
Stress termici, siccità, alterazioni nella disponibilità dei nutrienti alterano la naturale fisiologia delle piante, mentre le restrizioni normative in materia di difesa rendono necessario un approccio integrato alla gestione delle colture.
I biostimolanti si inseriscono in questo contesto come strumenti di supporto alle colture per migliorare l'assorbimento dei nutrienti e la resilienza delle piante in risposta agli stress abiotici, senza sostituire i mezzi tecnici convenzionali, ma ottimizzandone l'efficacia.
L'uso di microrganismi benefici, estratti di alghe, idrolizzati proteici e fertilizzanti ottenuti da scarti agroindustriali è sempre più diffuso nelle strategie di nutrizione delle colture.
Ma quali sono le reali potenzialità di questi prodotti? A che punto è la ricerca e l'innovazione in questo ambito? E come si stanno evolvendo le normative di riferimento?
A queste domande ha cercato di rispondere la sesta edizione della Biostimolanti Conference, che si è tenuta a Napoli il 26 e 27 febbraio 2025, organizzata da Fruit Communication con il supporto di Arptra, l'Associazione Regionale Pugliese dei Tecnici e Ricercatori in Agricoltura, e Antesia, l'Associazione Nazionale Tecnici Specialisti in Agricoltura.
AgroNotizie®, che fa parte del network di Image Line®, è stata media partner dell'evento, insieme a Uva da Tavola, Terra e Vita, L'Informatore Agrario, Foglie Tv e Fruit Journal.
L'evento ha riunito ricercatori, tecnici ed esperti del settore per fare il punto sull'efficacia e le prospettive future d'impiego dei biostimolanti.
Se da un lato la normativa sta diventando sempre più stringente, dall'altro la ricerca continua a dimostrare il valore di questi prodotti nell'ottimizzare l'assorbimento dei nutrienti e aumentare la tolleranza delle colture ai fattori di stress ambientali.
Valentino De Rosa, consulente fitosanitario di Antesia
(Fonte: AgroNotizie®)
I 5 protagonisti della Biostimolanti Conference 2025
Quadro normativo in evoluzione
L'inquadramento normativo dei biostimolanti, infatti, è in continua evoluzione. Il Regolamento Ue 2019/1009, entrato in vigore nel luglio 2022, ha introdotto una definizione chiara dei biostimolanti, distinguendoli in microbici e non microbici, e specificando che la loro funzione principale è stimolare i processi nutrizionali delle piante senza fornire direttamente nutrienti. A livello nazionale, il D. Lgs. 75/2010 regolamenta i prodotti ad azione specifica, includendo i biostimolanti tra gli strumenti per migliorare l'assorbimento dei nutrienti e correggere anomalie fisiologiche delle piante.
Un aspetto importante da tenere presente sono le linee guida per i claim commerciali dei prodotti biostimolanti, che impongono di evitare riferimenti fuorvianti a proprietà fitoiatriche o biocide, e vietano l'uso di nomi commerciali che possano suggerire effetti non ammessi dalla normativa vigente.
Biostimolanti e stress termici: un aiuto contro caldo e freddo
Gli effetti del cambiamento climatico si riflettono sull'agricoltura con l'intensificarsi di stress termici, sia da alte che da basse temperature.
Le colture esposte a questo tipo di disturbi subiscono alterazioni metaboliche significative, tra cui la riduzione della fotosintesi, danni alle membrane cellulari, perdita di turgore e accartocciamento, che incidono poi negativamente sulla resa.
I biostimolanti possono essere d'aiuto in queste circostanze, grazie alla loro capacità di:
- stabilizzare le membrane cellulari, limitando i danni da congelamento ad esempio;
- favorire la concentrazione di osmoliti, migliorando la resistenza delle cellule agli sbalzi termici;
Inoltre, l'applicazione preventiva di biostimolanti contro gli stress termici può anticipare il trapianto in pieno campo di specie macroterme e ridurre i danni su colture a fioritura precoce.
Stress idrico: l'uso preventivo dei biostimolanti aumenta la resilienza
La siccità e la scarsità d'acqua sono tra le sfide più pressanti che l'agricoltore deve gestire. L'incremento dell'evapotraspirazione legato al riscaldamento globale ha portato a un aumento delle esigenze irrigue fino al 30% in più in alcune aree.
Lo stress idrico (osmotico e/o ossidativo) inibisce o ritarda la germinazione dei semi; le piante reindirizzano energia e risorse verso i sistemi di difesa, riducendo la propria crescita.
I biostimolanti possono contribuire ad aumentare la tolleranza delle piante allo stress idrico grazie a diversi meccanismi:
- migliorando l'efficienza nell'uso dell'acqua, riducendo la perdita per traspirazione;
- attivando risposte fisiologiche di adattamento, come l'accumulo di osmoprotettori;
- interagendo con il microbiota del suolo, potenziando l'assorbimento di acqua e nutrienti.
In particolare, le tecniche di priming dei semi con estratti algali hanno mostrato un effetto positivo sulla germinazione in condizioni di stress idrico, salino e termico.
Microalghe e fertilizzanti da scarti agroindustriali: un futuro più sostenibile
Le microalghe, ricche in fitormoni naturali (auxine, gibberelline, citochinine) e composti bioattivi, spiccano per la loro efficacia nel migliorare la crescita delle piante, migliorando anche l'attività fotosintetica.
Un'altra strada promettente è rappresentata dai fertilizzanti derivati da scarti agroindustriali, come il biofertilizzante Sbow, ottenuto da zolfo, bentonite e pastazzo di agrumi. Questi prodotti non solo migliorano la fertilità del suolo, ma rappresentano un'opzione naturale e più sostenibile rispetto ai fertilizzanti convenzionali.
Funghi micorrizici e batteri azotofissatori: un contributo sempre più rilevante nella nutrizione delle piante
Tra i biostimolanti di origine microbica, particolare attenzione è stata dedicata al genere Trichoderma spp., che svolge un duplice ruolo:
- biocontrollo dei patogeni del suolo attraverso competizione e antagonismo diretto;
- interazione attiva con la pianta, migliorando la disponibilità di nutrienti e la resistenza agli stress ambientali.
Anche i simbionti batterici (come Azospirillum, Bacillus spp., Pseudomonas) e fungini (come i funghi micorrizici arbuscolari) giocano un ruolo chiave nella nutrizione e nell'adattamento delle colture agli stress, migliorando la disponibilità di fosforo e azoto nel suolo.
Non sempre è chiaro il meccanismo con cui certi microrganismi interferiscono positivamente nella fisiologia e nel metabolismo vegetale, per questo è fondamentale continuare a studiare questo genere di soluzioni. Bisogna approfondire la conoscenza dell'evoluzione dell'inoculo applicato in pieno campo e valutarne l'efficacia anche in situazione di stress multipli.
In particolare, i biostimolanti microbici hanno del potenziale ancora da esplorare: alcuni ceppi hanno mostrato di migliorare lo stato fitosanitario delle colture; questo si può ricondurre alla capacità dei biostimolanti di incentivare e attivare le difese naturali della pianta.
In ogni caso, la normativa attuale non autorizza i biostimolanti come prodotti fitosanitari.
Sicuramente il campo di studio dei biostimolanti è ancora ampio e da approfondire, ma alla luce delle revoche di numerose sostanze attive dal mercato, che possano diventare in futuro una soluzione sicura ed efficace non solo per la nutrizione delle piante?
Tutti i materiali presentati durante la prima e la seconda giornata della Biostimolanti Conference 2025 sono disponibili sul sito di Fruit Journal, dove si possono scaricare.
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