Il vigneto in autunno: un'esplosione di colori che chiede cura e attenzione
La concimazione post vendemmia. Per un vigneto resiliente in grado di contrastare gli effetti del climate change
Il 2023 è stato un anno difficile per la viticoltura italiana.
L'andamento climatico particolarmente anomalo ha favorito forti attacchi di malattie fungine e in particolare di peronospora, che, in tutti gli areali di coltivazione italiani, ha provocato notevoli danni, sia direttamente ai grappoli, con perdite di produzione variabili da zona a zona, sia all'apparato fogliare con conseguente notevole riduzione della superficie fotosintetica. In alcune zone, inoltre, la grandine e il vento hanno contribuito a ridurre l'apparato fogliare delle piante, che sono state costrette a far ricorso alle loro riserve nutritive interne per poter ricostruire la parte vegetativa.
Anche la stagione estiva è stata particolarmente critica, a causa di frequenti ondate di calore che hanno portato le temperature ben oltre la condizione ottimale per l'attività vegetativa della vite, con un ulteriore rallentamento della fotosintesi e della traspirazione, con conseguente minor trasporto xilematico dei nutrienti, situazione che si è aggravata a causa della perdurante siccità che non ha permesso all'apparato radicale di svolgere al meglio la sua funzione di assorbimento.
(Fonte: Unimer)
Tutto ciò ha portato ad uno sfruttamento eccessivo delle riserve nutritive interne alla pianta che hanno bisogno di essere ricostituite per non influenzare negativamente il raccolto della prossima annata.
Per questo motivo è ancor più importante effettuare la concimazione post vendemmia del vigneto, con lo scopo di reintegrare velocemente le riserve nutritive della pianta, sfruttando l'attività fotosintetica residuale autunnale.
L'autunno, inoltre, è la stagione dove la frequenza delle precipitazioni è maggiore e permette ai nutrienti, in particolare al potassio e ai mesoelementi, di raggiungere meglio le zone dove si concentrano maggiormente le radici.
Un altro parametro che va attentamente valutato, per migliorare la resilienza del sistema vigneto ai cambiamenti climatici, è il contenuto di sostanza organica del suolo. Il livello di sostanza organica è considerato come uno degli indicatori più importanti per determinare la fertilità del suolo. La sostanza organica, in particolar modo l'humus, ha effetti positivi sulla capacità di scambio cationico del suolo, migliora l'assorbimento dei nutrienti, anche permettendo un regolare sviluppo dei microrganismi benefici nel suolo, evita eccessive perdite di azoto per lisciviazione e mantiene gli elementi nutritivi maggiormente disponibili per l'assorbimento radicale.
Un buon contenuto di sostanza organica umificata è fondamentale anche per avere una struttura del suolo in grado di drenare gli elevati quantitativi di acqua apportati dai sempre più estremi eventi piovosi e, allo stesso tempo, per migliorare la ritenzione idrica necessaria a superare i lunghi periodi siccitosi che hanno caratterizzato il clima degli ultimi anni.
Purtroppo il livello di sostanza organica nei suoli italiani sta diminuendo sempre di più a causa dell'eccessivo uso dei fertilizzanti di sintesi, delle temperature del suolo mediamente più elevate, delle lavorazioni eccessivamente profonde e frequenti e di altre cause che ne accelerano la mineralizzazione.
Per reintegrare nel terreno la sostanza organica, Unimer mette a disposizione del viticoltore un'ampia gamma di ammendanti e prodotti ad azione specifica: Superstallatico, a base di letame bovino ed equino sottoposto ad un processo di maturazione controllato per ottenere un ottimale grado di umificazione; Green Power, ammendante torboso composto, prodotto a partire da torbe selezionate ed ammendante compostato verde; Microlife e Microforce, fertilizzanti innovativi che, grazie a inoculi microbiologici specifici (batteri della rizosfera e funghi micorrizici), contribuiscono a migliorare la fertilità biologica del suolo.
Anche nella formulazione dei suoi concimi organo minerali, Unimer utilizza sostanza organica ad alto grado di umificazione, che consente un rilascio graduale e prolungato dei nutrienti e li protegge da perdite per insolubilizzazione, fissazione e dilavamento rendendoli particolarmente efficienti.
Per la concimazione autunnale del vigneto, Unimer propone diverse soluzioni di fertilizzanti organo-minerali: Victory S NPK (4-8-16) con magnesio, zolfo e microelementi, a basso tenore di cloro è la migliore soluzione per i vigneti più vigorosi; Le Mans S NPK (8-5-12) con magnesio, zolfo e microelementi e Miura S NPK (12-6-8) con magnesio, zolfo, boro e ferro, entrambi a basso tenore di cloro sono adatti ai vigneti che hanno bisogno di una maggiore spinta vegetativa,
Per l'agricoltura biologica invece è possibile utilizzare Armony S NPK (4-8-10) con magnesio e zolfo - oppure Bacchus S NPK (3-6-14) con zolfo e ferro, entrambi a basso tenore di cloro.
Per i suoli già ricchi di potassio è meglio prediligere Jolly, concime organico NP 3-3 arricchito con zolfo e ferro.
Nei vigneti che soffrono di particolari carenze, invece, è opportuno integrare la concimazione con fertilizzanti specifici: Microsol Kompost per un boost di magnesio e microelementi; Microsol Ferromax per integrare ferro nei suoli con PH elevato ed eccessiva presenza di calcare.
Nel vasto catalogo di fertilizzanti organici ed organo-minerali di Unimer, oltre ai fertilizzanti sopra descritti, è possibile trovare il concime più adatto a soddisfare le differenti esigenze pedologiche e varietali.
Tutti i fertilizzanti Unimer sono sottoposti a processo di essicazione e sanificazione in forno industriale a 70°C per oltre un'ora, nel rispetto dei vigenti regolamenti CE 1069/2009, 142/2011, 1605/2023 e, grazie al basso e costante grado di umidità, sono perfettamente spandibili con le più comuni macchine spandiconcime.