2022
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Idrolizzati di proteine per le piante, sono tutti uguali?

Al variare della materia prima o del processo utilizzato, cambiano anche gli effetti sulle piante

Idrolizzati di proteine per le piante, sono tutti uguali? - le news di Fertilgest sui fertilizzanti

Ilsa produce idrolizzati proteici dal 1990

Fonte immagine: ILSA

Sul mercato esistono tantissimi formulati liquidi a base di amminoacidi che dichiarano effetti straordinari sulla fisiologia vegetale. Conosciamo bene l'importanza degli amminoacidi per tutte le principali funzioni metaboliche delle piante ma ciò non è sufficiente per stabilire la qualità e la reale efficacia di un idrolizzato proteico applicato al suolo, in fertirrigazione o per via fogliare.

 

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Ilsa produce idrolizzati proteici dal 1990 e si distingue per l'efficacia dei suoi formulati, risultato di un connubio vincente: materia prima di altissima qualità e tecnologica produttiva unica. Cambiando solo uno di questi fattori si ottengono idrolizzati proteici con qualità ed effetti completamente differenti. Ilsa utilizza principalmente il collagene (ma anche materie prime vegetali) fonte di amminoacidi di altissima qualità ed esente da contaminanti in base alla normativa sanitaria europea (Regolamento (CE) 142/2011), tant'è che viene utilizzato anche nell'industria cosmetica e farmaceutica.

 

A parte l'altissimo contenuto di azoto organico e carbonio organico (inarrivabili per altre materie prime), sono il contenuto e il profilo degli amminoacidi presenti che fanno la differenza. Prolina, idrossiprolina, glicina, arginina, alanina, acido glutammico e aspartico caratterizzano questa materia prima e, non a caso, sono proprio quelli di cui le piante hanno maggiore necessità per le loro principali funzioni metaboliche.


Ma ciò non basta. E' necessario anche un processo efficace che renda realmente disponibili per le piante questi elementi. Processi di estrazione troppo aggressivi denaturano parte degli amminoacidi presenti e possono aumentare molto la salinità del prodotto finale, solo per citare alcuni problemi. Per la produzione dei suoi idrolizzati di proteine liquidi, Ilsa utilizza un processo altamente innovativo e unico. E' il processo FCEH® di idrolisi enzimatica, da cui si ottiene Gelamin® (gelatina idrolizzata fluida per uso agricolo), matrice liquida con oltre il 55% di amminoacidi, presenti in forma libera o di oligo-peptidi a basso peso molecolare.

 

Niente solventi chimici, dunque, ma un processo "dolce" rispettoso dell'ambiente, che opera a bassa temperatura, pH neutro e con enzimi stereospecifici, condizioni che preservano l'integrità degli amminoacidi e degli oligo-peptidi che vengono successivamente applicati alle piante.

 

I vantaggi degli idrolizzati proteici di Ilsa

I vantaggi ottenuti dall'idrolisi enzimatica di collagene li ritroviamo in Gelamin® che ha caratteristiche uniche rispetto ad altri idrolizzati liquidi a base di amminoacidi presenti in commercio, riconosciute dagli stessi competitori:

  • alti contenuti di azoto organico (9%), carbonio organico (24,5%) ed amminoacidi (> 55%). Nella formulazione in microgranuli idrosolubili, inoltre, il contenuto di azoto organico può arrivare al 16% e quello di amminoacidi superare il 95%.
  • profilo degli amminoacidi molto equilibrato, con la presenza prevalente di prolina, idrossiprolina, glicina, acido glutammico, ma con buoni livelli anche di alanina, arginina, acido aspartico e serina. Non a caso, tutti gli amminoacidi più importanti per il metabolismo vegetale e la tolleranza a stress.

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  • peso molecolare delle frazioni proteiche molto basso: Gelamin® contiene amminoacidi liberi e oligo-peptidi che non superano il peso molecolare di 2600 Dalton, fattore che favorisce un rapido ed efficiente assorbimento sia fogliare che radicale. Inoltre, circa il 22% delle frazioni proteiche è costituito da amminoacidi liberi e oligo-peptidi di peso inferiore ai 600 Dalton (quindi composti da pochissimi amminoacidi) che, applicati alle piante, hanno lo stesso effetto immediato degli amminoacidi liberi. Ciò significa che Gelamin® ha un potenziale "biostimolante" molto elevato.
  • amminoacidi liberi presenti in forma "levogira", quelli realmente riconosciuti e utilizzati dalle piante per avere un effetto biostimolante. Solo l'idrolisi enzimatica garantisce la permanenza degli amminoacidi in questa forma rispetto ad altri tipi di idrolisi o processi di estrazione che cambiano, per oltre il 50%, la forma degli amminoacidi in "destrogira", che le piante non utilizzano.
    Ciò significa che un prodotto può avere anche un alto contenuto di amminoacidi liberi ma se questi non sono ottenuti da idrolisi enzimatica, oltre la metà non sono utilizzati dalle piante. Va chiarito, inoltre, che l'idrolisi enzimatica non porta alla formazione di un altissimo contenuto di amminoacidi liberi (> 15%), per cui un formulato con oltre 20% di amminoacidi liberi viene sicuramente ottenuto con un'idrolisi chimica molto spinta oppure presenta amminoacidi aggiunti sintetizzati in laboratorio, anch'essi almeno per la metà destrogiri e spesso costituiti da poche tipologie (in genere lisina e cisteina).

 

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  • bassissima salinità (0,7-0,9 dS/m), pH sub-acido (5-5,5), alta stabilità e omogeneità che consentono la miscibilità con qualsiasi formulato (anche fitofarmaco) e ne aumentano l'efficacia di applicazione, grazie al potere complessante degli amminoacidi. Altri idrolizzati proteici presentano spesso delle limitazioni di miscela, dovute ad alta salinità, presenza di sodio, cloro o pH elevati.
  • bassissimo contenuto di sodio e cloruri, la cui somma non supera il 2%, rispetto agli altri prodotti a base di amminoacidi presenti in commercio in cui può arrivare anche al 10%.
  • caratteristiche assolutamente "naturali", sancite dall'esenzione dal REACH (Reg. CE 1907/2006), che rendono Gelamin® tranquillamente ammesso anche in agricoltura biologica. Questo regolamento chiarisce che un prodotto naturale, ottenuto con un processo naturale (come l'idrolisi enzimatica) non può contenere più della metà del totale degli amminoacidi in forma libera (ad esempio, se gli amminoacidi totali sono il 40%, quelli liberi non possono essere maggiori o uguali al 20%) e, inoltre, un solo amminoacido non può rappresentare oltre la metà di tutti gli amminoacidi presenti (altrimenti è un amminoacido di sintesi, aggiunto nel prodotto).

 

La possibilità di variare il "grado di idrolisi", cioè l'entità dei tagli delle proteine effettuati dagli enzimi, consente infine di creare formulati differenti aumentando la percentuale di amminoacidi liberi. IlsaDrip Forte, IlsaMin N90, Etixamin DF, Splinter New sono solo alcuni esempi di prodotti 100% Gelamin®, matrice presente in percentuali differenti in moltissimi altri idrolizzati proteici della gamma Ilsa, insieme a fosforo, potassio e microelementi.

 

Come scegliere tra l'ampia offerta sul mercato?

Leggere l'etichetta del prodotto è la prima regola fondamentale ma spesso non basta. Molti formulati presenti in commercio dichiarano processi di idrolisi enzimatica o la presenza di amminoacidi liberi tutti levogiri ma spesso proprio il contenuto troppo elevato di questi ultimi, la salinità, il pH, il contenuto di sodio e cloruri possono già svelare altri processi di ottenimento di questi prodotti e quindi la più bassa qualità.

 

Inoltre, la possibilità di effettuare un'analisi completa e valutare il profilo degli amminoacidi presenti sarebbe ottimale ma, sappiamo, non sempre alla portata del singolo produttore che, però, ha uno strumento molto efficace a sua disposizione, cioè la valutazione di questi prodotti sul campo. Infatti, i vantaggi di un idrolizzato proteico di qualità si vedono soprattutto sulle piante, che raggiungono prestazioni sempre superiori, in termini di resa e qualità, rispetto all'applicazione di altri formulati apparentemente simili.

 

Per saperne di più e per scoprire tutte le prove effettuate con i formulati a base di Gelamin®, consulta il sito.

 

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