Cavolo verza

Classificazione coltura: Ortaggi > Cavoli
Cavolo verza - Coltivazione e fertilizzanti consigliati - Colture - Fertilgest
Classificazione Botanica
Famiglia: Brassicaceae
Genere: Brassica
SpecieBrassica oleracea L. var. sabauda
Il Cavolo verza è una crucifera simile al cavolo cappuccio, ma a differenza di questo la parte commestibile è costituita da una rosetta di foglie grinzose, increspate e con nervature prominenti, quelle esterne rivolte in fuori mentre le interne si avvolgono e si sovrappongono, formando un grosso cappuccio globoso, di solito di colore verde, a volte di colore rosso-violaceo, abbastanza consistente ma meno compatto rispetto al cavolo cappuccio.  

È una pianta di origine antichissima, oggi coltivata soprattutto in Puglia con 1.200 ettari circa a seguire l’Abruzzo con 500 ettari circa (ISTAT, 2016). 
Si tratta di una pianta biennale - che comprende varietà estive, autunnali e invernali - con radice fittonante non molto profonda, fusto eretto di lunghezza raramente superiore ai 30 centimetri. La pezzatura richiesta dai mercati è via via diminuita nel corso degli anni: oggi sono apprezzate pezzature medie che vanno dai 700 grammi fino ad un massimo di 1.200 grammi.

 

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Il Cavolo verza si adatta bene a tutti i tipi di terreno, purché siano profondi, ben aerati e freschi, ben dotati di sostanza organica e con pH intorno alla neutralità. Preferisce climi temperato-freddi ed umidi, tollera il freddo, ma non il gelo: resiste infatti fino a temperature di -10°C e si può conservare in campo durante l’inverno.
Il cavolo verza è molto esigente in calcio e, come tutte le crucifere anche in zolfo.

È una coltura che predilige la sostanza organica ben matura, rappresentata da letame ben maturo o da compost vegetale.
In dipendenza dalle varietà, epoca di coltivazione e dei diversi fattori agronomici di coltivazione, la produzione può oscillare tra 30 e 70 ton/ha di teste. In situazioni ottimali la produzione si avvicina e supera anche le 90 ton/ha.

 
La concimazione azotata deve essere apportata in funzione della sua disponibilità nel terreno e con apporti frazionati.
Sebbene il cavolo verza sia una coltura molto esigente, bisogna fare attenzione agli eccessi di azoto, sia organico che minerale, che rendono la pianta più sensibile alle malattie e, soprattutto, possono portare ad accumuli di nitrati nel prodotto, ritenuti pericolosi per la salute dei consumatori. Per lo stesso motivo anche la concimazione organica va effettuata alla coltura precedente e, in particolare, nessuna concimazione organica va effettuata alle colture praticate in autunno-inverno, quando il pericolo di accumulo nitrati è maggiore.
I concimi azotati vengono somministrati in modo frazionato almeno in 2?3 volte: al trapianto o alla semina, circa 20 giorni dopo il trapianto o al momento del diradamento e circa un mese dopo quest'ultimo se si tratta di cultivar precoci o più tardi se tardive.
Sembra che la forma di azoto nitrico-ammoniacale sia quella che dia i migliori risultati.
 
Per quanto riguarda la fertilizzazione fosfatica, la solubilità del fosforo è di particolare importanza durante il processo di nutrizione della pianta poiché la disponibilità per le piante è condizionata dalla solubilizzazione dei composti di fosfato nell’acqua del suolo.
La disponibilità di fosforo nel terreno è generalmente buona in condizioni di pH acido (5,5-6,5). Di conseguenza, nei terreni neutri o sub-alcalini il fosforo può essere fornito in forma solubile alle piante da parte dell’agricoltore attraverso la fertirrigazione.
In un terreno normalmente dotato, l’apporto di 60-80 unità prima del trapianto sono sufficienti.
Il cavolo verza ha un consumo di potassio da 3 a 4 volte più elevato del fosforo. Si potrebbero avere dei consumi di lusso.
Si preferisce apportare il potassio con il solfato di potassio, visto l’esigenza di zolfo della pianta. Il potassio può essere distribuito in pre-trapianto o in copertura subito dopo il trapianto, e dopo un mese, prima che si differenzi l’apice vegetativo, quando le esigenze della pianta aumentano. In caso di terreni mediamente forniti di potassio, un totale di 150-180 kg/ha di K2O è sufficiente. 
 
Le funzioni del calcio nelle piante di cavolo verza, sono prevalentemente collegate alla resistenza meccanica dei tessuti vegetali, in quanto i pectati di calcio svolgono un’azione di sostegno e di rinforzo delle lamelle mediane delle membrane cellulari.
Nelle piante di cavolo verza la carenza di calcio può comparire, anche se l’elemento è ben presente, quando la elevata umidità dell’aria limita molto la traspirazione e con essa la traslocazione del calcio verso gli organi epigei nei momenti di forte sviluppo.
Costituente fondamentale della clorofilla, il magnesio è coinvolto nella fotosintesi, nell’assorbimento dei nutrienti, nel loro trasporto, in quello dei carboidrati ed in molti processi enzimatici.
I cavoli in genere sono sensibili alle carenze di magnesio in terreni poveri di questo elemento; per cui occorre fare attenzione alla scelta del fertilizzante: sono da preferire NPK contenenti MgO oppure del solfato di potassio magnesiaco.
 
Aspetto caratteristico che contraddistingue sicuramente tutte le Brassicacee è un forte fabbisogno dell’elemento zolfo, che viene asportato dalle piante di questa famiglia in cospicue quantità, anche superiori al fosforo. Nel cavolo verza, (come nelle Brassicacee tutte) in carenza di zolfo le foglie restano piccole e di colore giallognolo.
Le richieste medie per lo zolfo vanno infatti dai 40 ai 50 kg/ha: il fabbisogno di zolfo dipende dal fatto che una caratteristica peculiare di questa famiglia di piante è quella di produrre particolari composti solforati, i glucosinolati.
Nella normale pratica colturale raramente viene effettuata una concimazione specifica con zolfo, ma si fa in genere affidamento sugli apporti “impliciti” derivanti sia da una cospicua concimazione organica di qualità oppure dall’elemento presente in altri concimi come il Solfato di potassio: ad esempio se dobbiamo apportare 100 unità di potassio e li apportiamo con il solfato di potassio, distribuiamo nello stesso momento 90 unità di zolfo espresse come anidride solforica.
 
La tecnica colturale più appropriata è il trapianto, per la quale vengono utilizzate piantine allevate in vivaio in contenitori alveolati (semina fra maggio e giugno) e successivamente trapiantate da luglio ad agosto.
In funzione delle dimensioni dei globi o palle al raccolto si hanno diverse densità d’impianto: le distanze variano da 60 a 70 cm tra le file e 30-60 cm lungo le file. Aumentando la fittezza si ottengono palle più piccole e maggiori rese totali.
Si richiedono lavorazioni profonde del terreno per agevolare lo sviluppo dell’apparato radicale in profondità.
Si adatta a terreni di diversa natura compresi quelli compatti, purché profondi, freschi, nei quali non si verifichino ristagni d'acqua, con reazione intorno alla neutralità o anche leggermente alcalina (pH 6,6-7,3). Sopporta la presenza di livelli salini nel terreno piuttosto elevati.
È considerata una coltura da rinnovo (intercalare) e può seguire il grano o gli ortaggi. Può anche essere intercalato tra grano e pomodoro, utilizzando cultivar a ciclo breve. Ottimo l’avvicendamento con leguminose.
È tassativamente da evitare la mono-successione, specie se non vengono eliminati i residui di vegetazione della coltura precedente, soprattutto se colpita da malattie.

Irrigazione

Il cavolo verza è molto sensibile agli sbalzi idrici. Questi provocano una notevole riduzione delle dimensioni dei globi, che si traduce in un notevole scarto di produzione al momento del raccolto.
Mediamente sono necessari 2-3 interventi irrigui subito dopo il trapianto per facilitare l’attecchimento e, soprattutto per le varietà precoci in annate siccitose, intervenire con ulteriori 2-4 irrigazioni durante il corso della coltura.
Molto interessante l’irrigazione a goccia per i seguenti vantaggi:
- riduce il consumo di acqua grazie alla maggiore efficienza di distribuzione;
- localizza l’acqua in prossimità delle radici (meno infestanti);
- non crea condizioni favorevoli allo sviluppo di parassiti (parti aeree asciutte);
- assicura una migliore uniformità di distribuzione;
- attraverso la fertirrigazione permette di gestire con maggiore efficienza la nutrizione della coltura.
 

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