Noce

Classificazione coltura: Fruttiferi > Fruttiferi da frutto a guscio
Noce - Coltivazione e fertilizzanti consigliati - Colture - Fertilgest
Classificazione botanica
Famiglia: Juglandaceae
Genere: Juglans
Specie: Juglans regia L.
Il noce da frutto (o noce bianco) è  il rappresentante più conosciuto e più importante dal punto di vista economico nel suo genere, ed è anche chiamato con i termini "noce comune" o "noce reale".
Alessandro Manzoni dedica un paio di pagine al Capitolo III de “I promessi sposi”, nelle quali si parla della "questua delle noci" di Fra Galdino.
In tutto il mondo vengono prodotte 3.700.000 tonnellate di noci all'anno. La Cina è il più grande produttore di noci al mondo con un volume di produzione di 1.785.000 tonnellate all'anno. Gli Stati Uniti d'America arrivano al secondo posto con una produzione annua di 608.000 tonnellate. La Cina e gli Stati Uniti d'America producono insieme oltre il 60% del totale mondiale. L'Italia con 12.000 tonnellate è classificata al 20° posto.
In Italia la coltura, in genere promiscua, è diffusa soprattutto in Campania, che produce oltre l'80% della produzione nazionale di questo frutto. 
Il consumo ha raggiunto circa 50.000 tonnellate nel 2018. Da segnalare che la produzione italiana di noci del 2018 è stata di circa il 20% dell'intero fabbisogno nazionale. Un valore però che è calato negli anni: nel 1961 la produzione era di 71.000 tonnellate. Tutta la parte restante viene quindi importata dal resto del mondo.
Il noce può essere coltivato anche per la produzione di legno o per entrambi gli scopi. Il noce è un albero vigoroso, caratterizzato da tronco solido, alto, diritto, portamento maestoso; presenta radice robusta e fittonante.
Le foglie sono caduche, composte, alterne (formate da 5-7-9 e, più raramente, 11 foglioline).
È una pianta monoica in cui i fiori maschili sono riuniti in amenti penduli, lunghi 10-15 cm, con numerosi stami, che appaiono sui rami dell'anno precedente prima della comparsa delle foglie. I fiori unisessuali femminili schiudono da gemme miste dopo quelli maschili (proterandria), sono solitari o riuniti in gruppi di 2-3, raramente 4, appaiono sui nuovi germogli dell'anno, contemporaneamente alle foglie.
Il frutto è una drupa, composta dall'esocarpo (mallo) carnoso, fibroso, annerisce a maturità e libera l'endocarpo legnoso, cioè la noce vera e propria, costituita da due valve che racchiudono il gheriglio con elevato contenuto in lipidi.
Una pianta in piena produzione è in grado di fornire 50-80 kg di frutti; nell’impianto si raggiungono le 4 ton/ha, mentre negli U.S.A. si raggiungono le 6-8 ton/ha.

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Il noce, pur adattandosi a diversi ambienti, predilige la media collina, esposta a sud o a ovest e protetta dai venti.
Sensibile ai ristagni idrici e stress idrici conseguenti a terreni sciolti, non tollera i terreni pesanti, asfittici, mentre resiste anche ad elevato tenore in calcare. Teme gli eccessi termici, sia caldo che freddo.
Resiste alle basse temperature ma è sensibile alle gelate tardive; il suo fabbisogno in freddo è di 1.000-1.500 ore a t°<7°C.
Il numero di ore di insolazione è fattore correlato alla produttività: in ambienti con meno di 1000 ore di insolazione tra maggio e settembre, i frutti hanno gusci difettosi.
Negli impianti specializzati possono essere adottati sesti variabili da m 7 x 7 per cultivar poco vigorose e in terreni con bassa fertilità e non irrigui e per la prevalente produzione di frutti a m 12 x 12 qualora, oltre ai frutti, si voglia produrre legname da opera.
Il fabbisogno medio in elementi nutritivi per una resa media di 5 ton/ha è di circa 130-150 kg/ha di Azoto; 60-80 kg/ha di P2O5 e circa 170-200 kg/ha di K2O.
La coltivazione del noce è attualmente in sviluppo e profondo rinnovamento, e le indicazioni riportate si riferiscono ad impianti specializzati ad elevata resa.
L’azoto è un costituente importante per le proteine come per altri numerosi composti, ed è il principale fattore di accrescimento per il noce.
L’azoto viene utilizzato nelle foglie per produrre altre sostanze organiche complesse le quali sono indispensabili per la formazione e l’accrescimento dei nuovi tessuti e come sostanze di riserva per la pianta.
La fase critica di presenza dell’azoto nel noce si ha nel momento dell’allegagione e della crescita primaverile. Un’altra fase delicata è quella della maturazione del legno, in autunno.
Sono da evitare gli eccessi di azoto, che portano ad un peggioramento della qualità dei frutti.
La carenza si manifesta con uno scarso rinnovo vegetativo, con una minore produzione di frutti e una loro minore pezzatura.
In un terreno mediamente dotato e per una produzione stimata di 5 ton/ha, si consigliano: 130-150 kg/ha di azoto. Per una produzione inferiore alle 5 ton/ha o per terreni ben dotati di sostanza organica, si consigliano circa 80-100 kg/ha. Se si prevedono produzioni superiori alle 5 t/ha o per terreni con scarsa dotazione di sostanza organica, si consigliano 150-170 kg/ha. 
Il fosforo fa parte di numerosi composti organici responsabili della sintesi delle proteine e del trasporto energetico cellulare.
Il fosforo favorisce la fioritura, l’allegagione e la lignificazione. Esso è contenuto in buona quantità nelle gemme a fiore.
Il fosforo presente nel terreno non è sempre disponibile: infatti può essere insolubilizzato e non assimilabile direttamente dalle radici della pianta.
In terreni mediamente dotati di sostanza organica non è necessario prestare particolari attenzioni al fosforo.
In un terreno mediamente dotato e per una produzione stimata di 5 ton/ha, si consigliano: 60-80 kg/ha di P2O5. Per una produzione inferiore alle 5 ton/ha o per terreni ben dotati di sostanza organica, si consigliano circa 40-70 kg/ha. Se si prevedono produzioni superiori alle 5 t/ha o per terreni con scarsa dotazione di sostanza organica, si consigliano 80-90 kg/ha.
Il potassio è un elemento importante per lo sviluppo delle piante. Esso interviene nella sintesi degli idrati di carbonio e delle proteine. Permette inoltre il trasporto di elementi di riserva dalle foglie ai frutti e agli organi legnosi.
La maturazione del frutto in fine estate è una fase in cui è necessaria una buona quantità di potassio.
Una carenza di potassio si verifica con effetti negativi sulla capacità di fruttificazione della pianta e sulle caratteristiche qualitative dei frutti.
In un terreno mediamente dotato e per una produzione stimata di 5 ton/ha, si consigliano: 170-200 kg/ha di K2O. Per una produzione inferiore alle 5 ton/ha o per terreni ben dotati di sostanza organica, si consigliano circa 140-180 kg/ha. Se si prevedono produzioni superiori alle 5 t/ha o per terreni con scarsa dotazione di sostanza organica, si consigliano 180-220 kg/ha.

Calcio

La funzione principale del calcio nella pianta è quella di favorire la resistenza meccanica dei tessuti vegetali. Esso viene assunto in grandi quantità dalla pianta per la formazione dei frutti. In un terreno mediamente dotato e per una produzione stimata di 5 ton/ha si consigliano circa 70-90 kg/ha di CaO.


Magnesio

Il magnesio è uno dei componenti della clorofilla. La carenza di magnesio, comporta riflessi negativi soprattutto sulla efficienza dell’apparato fogliare, in quanto si evidenzia con clorosi più o meno accentuate.
In un terreno mediamente dotato si consigliano 30-40 kg/ha di MgO.
 
La coltivazione del noce è naturalmente abbastanza rustica ed offre una buona redditività. Va comunque gestita con attenzione.
I terreni migliori per il noce sono quelli profondi, leggeri e freschi, ricchi di fosforo e potassio; sono pure indicate le terre silicee provenienti da degradazione di graniti e scisti cristallini. Sono però utilizzabili anche suoli superficiali purché leggeri e ben provvisti di elementi fertilizzanti. Riguardo la reazione del suolo, il pH deve essere compreso tra 6,5 - 7,5. Vanno evitati i suoli con presenza di calcare attivo.
La permeabilità del suolo è basilare: vanno scartati i terreni pesanti, asfittici, argillosi, soggetti a ristagni idrici, che favoriscono i marciumi radicali, in particolare gli attacchi di Phytophthora spp. e di Armillaria mellea, dove l’apparato radicale si mantiene più superficiale rendendo le piante maggiormente esposte a carenze idriche durante i periodi siccitosi.
Si consiglia di mettere a dimora le piante il prima possibile, ad esempio nel periodo autunno-vernino.
Le distanze consigliate per la realizzazione dell'impianto specializzato variano da 7 a 8 metri tra le file e 3,5-6 metri lungo la fila. In questo modo avremo 208-408 piante ad ettaro. Le distanze maggiori si riferiscono ai terreni più fertili, alle varietà più vigorose ed a fruttificazione apicale. Il sistema che oggi viene maggiormente consigliato è quello a piramide o vaso strutturato, che permette di contenere lo sviluppo delle piante, anticipare la produzione e favorire la potatura meccanica. In questo caso specifico le distanze saranno di 7,0 x 3,5-5.
La concimazione prevede un sostanziale apporto di letame o concimi organici all’impianto con circa 40-60 t/ha di letame. Nei primi 4-5 anni di impianto, apportare circa 200-400 g/pianta di azoto, fosforo e potassio in minore quantità.
Se il terreno è già ricco di sostanza organica si possono ridurre le concimazioni. La caduta delle foglie nel periodo autunnale consentono un adeguato apporto di sostanza organica.
La potatura è un elemento importante nel noce. Per quanto riguarda la potatura in fase d'allevamento, soprattutto nei primi due anni, essa ha l'obiettivo di far sviluppare le piantine verso la forma di allevamento prescelta.
Per quanto riguarda la potatura invernale per varietà a fruttificazioni laterali, gli interventi devono favorire il più possibile la formazione di produzione legnose di un anno, e permettere un buon arieggiamento della chioma.
Il noce è una pianta monoica a fiori diclini, e quindi porta sulla stessa pianta organi riproduttivi maschili (stami) e femminili (pistillo). Questi però hanno generalmente difficoltà ad autofencondarsi sulla stessa pianta e varietà, in quanto la fioritura maschile precede di molto quella femminile. Per questo motivo per avere un'impollinazione adeguata ad una produzione economicamente accettabile è necessario inserire nell'impianto una varietà impollinante che abbia fioritura maschile simile a quella della varietà prescelta.
L’inerbimento ha un’azione positiva sulla fertilità agronomica perché migliora la distribuzione e la disponibilità di elementi poco mobili come fosforo e potassio lungo il profilo del suolo che l’erba porta in profondità con le radici.
L’erba falciata e lasciata sul posto, pari a 4-5 t/ha di sostanza secca, arricchisce il contenuto in sostanza organica. Secondo alcuni autori 7 t/ha di erba falciata apportano al suolo, dopo mineralizzazione, circa 50 kg/ha di azoto, 50 kg/ di potassio, 10 kg/ di calcio e 5 kg/ha di fosforo e magnesio.
Tra gli aspetti di tecnica colturale più critici per il noce è da evidenziare l’importanza dell’approvvigionamento idrico. Soprattutto nei primi cinque anni di vita, dove le radici delle piantine sono facilmente soggette a stress idrici.
Le piante adulte sono esigenti durante la fase d'ingrossamento frutti, che all'incirca avviene tra agosto e settembre, normalmente poco piovosa in molti ambienti nocicoli. Una piovosità superiore a 800-900 mm/anno (circa 2.500 m3/ha) e ben distribuita durante la stagione assicura una disponibilità idrica sufficiente ad un corretto sviluppo.
I sistemi d'irrigazioni preferiti sono quelli localizzati, goccia e microjet in particolare, che consentono un razionale impiego d'acqua e di minimizzare gli apporti esterni energetici al sistema. Inoltre permettono una puntualità d'intervento durante le fasi in cui le piante sono soggette a stress idrici esaltando gli effetti sulla qualità.
La microirrigazione a goccia può essere abbinata alla fertirrigazione che permette di localizzare e frazionare il concime con notevoli benefici in sintonia con i principi della produzione biologica ed in armonia con l'ambiente. Anche l'aspersione, meglio se sotto chioma, consente di distribuire l'acqua su una superficie ampia e favorisce lo sviluppo dell'apparato radicale.

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Salve, ho un piccolo impianto di noci Lara da ben 8 anni, in questi giorni ho notato per terra tante noci anche se le piante e le noci sono molto sane... Può essere a causa del vento? O di mancanza di qualcosa?

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