Ciliegio dolce e acido

Classificazione coltura: Fruttiferi > Drupacee
Ciliegio dolce e acido - Coltivazione e fertilizzanti consigliati - Colture - Fertilgest
Classificazione botanica
Famiglia: Rosaceae
Genere: Prunus
Specie: Prunus avium L. 
Del ciliegio fanno parte due specie: “Prunus avium”, il ciliegio dolce, molto diffuso in Italia, con portamento assurgente, ed il “Prunus cerasus”, il ciliegio acido o “Amarena”, con un portamento più cespuglioso e pollonifero, diffuso per lo più nel nord Europa.
Lo sviluppo della coltura in Europa avviene nel XVI-XVII sec. soprattutto in Germania. Attualmente, il ciliegio è diffuso in tutti i paesi compresi fra i 40 e i 60 gradi di latitudine, anche in relazione al buon adattamento della specie alle diverse condizioni climatiche.
In Italia il ciliegio è diffuso su tutto il territorio nazionale con decisiva prevalenza del ciliegio dolce (90%). La cerasicoltura italiana è concentrata per l'85% in quattro Regioni: Puglia (che contribuisce alla produzione nazionale per il 36%), Campania (25,6%),  Emilia-Romagna (15,8%) e Veneto (8,5%).
Ha un elevato fabbisogno in freddo, una certa sensibilità a ristagni idrici, vanno evitate le zone dove sono frequenti le piogge prolungate nel periodo di fioritura perché ne ostacolano l’allegagione, e durante la maturazione dei frutti poiché ne provocano la spaccatura, (grosso problema per il ciliegio dolce, non l’acido).
I terreni più idonei per il ciliegio - quando innestato su franco di ciliegio dolce - sono quelli permeabili, profondi, con buona capacità idrica, con sottosuolo drenante. Sono da evitare i suoli soggetti a ristagni di umidità e poco profondi. I valori ottimali di pH sono quelli compresi tra 6,5 e 7,2.

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La coltivazione del ciliegio si presta a diverse pratiche agronomiche e scelte varietali, che la rendono adatta a diverse condizioni pedo-climatiche; per questo motivo la determinazione delle asportazioni ed il calcolo delle dosi di concimazione sono di difficile generalizzazione.
Le varietà a frutto dolce richiedono una concimazione inferiore rispetto a quelle a frutto acido. La pianta del ciliegio è abbastanza sensibile alle carenze di azoto; occorre tuttavia prestare attenzione agli eccessi, soprattutto nei primi anni di sviluppo, al fine di prevenire alcune malattie del legno come la gommosi. Di conseguenza anche la concimazione organica dev’essere condotta con estrema attenzione, per evitare che essa liberi azoto in momenti inopportuni, come durante la maturazione dei frutti.
Le ciliegie vanno raccolte a maturazione completa perché una volta staccate dall’albero non maturano più. La raccolta si svolge in maggio-luglio e si basa sugli indici del colore della buccia e del residuo secco rifrattometrico del frutto. La durata di conservazione del frutto è, quindi, breve.
Le produzioni per ettaro sono in relazione alle densità di piantagione e alla forma di allevamento; normalmente si considera normale una produzione da 10 a 15 ton/ha di ciliegie, con punte di oltre 25 ton/ha per i moderni impianti intensivi.
L’azoto è l’elemento più importante per lo sviluppo del ciliegio ma deve essere somministrato con attenzione per evitare di predisporre i frutti alle spaccature, in particolare in conseguenza alle piogge.
Il ciliegio è sensibile alle carenze di azoto, che si traducono in un insufficiente rinnovo vegetativo, ingiallimento delle foglie ed un aumento della cascola dei frutti. Gli eccessi possono causare inconvenienti come la diminuzione del colore dei frutti ed un ritardo nella maturazione. Tali effetti sono compensati da un’adeguata concimazione potassica.
Concimazione di allevamento: l’azoto va somministrato in più volte alla ripresa vegetativa e tali interventi saranno distanziati almeno di 2-4 settimane.
Concimazione di produzione: l’azoto va distribuito per il 30-40%, 30-40 giorni prima della fioritura (in forma ammoniacale) e 10-20 giorni prima della fioritura (in forma nitrica); il 20-30% va distribuito dopo l’allegagione, mentre il restante 30-50% in post-raccolta (luglio o settembre).
In genere il fosforo è importante per i processi fotosintetici e per la respirazione, inoltre stimola la fioritura e lo sviluppo dell’apparato radicale.
L’analisi del terreno consente di individuare l’approccio più corretto, sia per la concimazione fosfatica che potassica.
La concimazione di fondo all’impianto risulta spesso sufficiente per buona parte della vita del frutteto; diversamente si possono effettuare apporti ogni 2-3 anni. In terreni poveri di fosforo o con fosforo di difficile assimilazione, risulta senz’altro conveniente apportare questo elemento, se possibile in fertirrigazione e/o tramite concimazioni fogliari
 
Il potassio è necessario nella fase produttiva, influisce positivamente su alcune caratteristiche qualitative della ciliegia come la colorazione, l’acidità, la sintesi ed il contenuto degli zuccheri; migliora la vitalità del polline e la resistenza della pianta al freddo.
L’assorbimento del potassio inizia precocemente e quindi la sua carenza si può manifestare già nelle prime fasi della ripresa vegetativa nelle quali è forte la competizione tra germogli, fiori ed i successivi frutticini, per cui si somministra poco prima della ripresa vegetativa del frutteto.
Occorre tenere presente che possibili carenze possono verificarsi non solo in presenza di bassa dotazione di potassio nel terreno, ma anche nelle annate di eccezionale carica produttiva e negli anni immediatamente successivi.
Nel caso si ricorra alla fertirrigazione, l’inizio della distribuzione di potassio può essere posticipato e frazionato.
La funzione principale del calcio nella pianta è quella di favorire la resistenza meccanica dei tessuti vegetali. Il ciliegio è una specie esigente in calcio.
In questi ultimi anni c’è stato un crescente interesse verso i prodotti a base di calcio per via fogliare. In particolare verso il  Cloruro di Calcio (CaCl2) o simili, per lo più legato alla possibilità di ridurre l’incidenza della spaccatura dei frutti, il “cracking”, fitopatia che, soprattutto in prossimità della raccolta, è spesso causa di ingenti danni.
Il magnesio è uno dei componenti della clorofilla ed è importante per la fotosintesi. La carenza di magnesio comporta riflessi negativi soprattutto sulla efficienza dell’apparato fogliare, in quanto si evidenziano delle clorosi più o meno accentuate, tipicamente interessanti la zona della lamina fogliare prossimale alle nervature, mentre l’area internervale, almeno in un primo momento, mantiene la colorazione verde scura.
Nei moderni impianti cerasicoli è necessario adottare forme di allevamento che permettano di contenere lo sviluppo delle piante e anticipare l’entrata in produzione.
I sistemi di allevamento consigliati sono i seguenti:
  • Forme in volume: “vaso basso” e “vaso ritardato” adatte soprattutto per le zone collinari;
  • Forme in parete: “palmetta libera”, “bandiera” e altre varianti; consigliate per terreni pianeggianti.
Le distanze di impianto vanno adeguate al grado di fertilità del terreno ed alla vigoria delle varietà impiantate.
La potatura, in fase di allevamento, si consiglia di eseguirla durante la stagione vegetativa (1 o 2 interventi nel periodo giugno-agosto), poiché il ciliegio reagisce spesso ai tagli invernali con emissioni gommose e scarsa cicatrizzazione, mentre la potatura verde riduce la vigoria contenendo lo sviluppo delle piante, favorendo l’anticipo dell’entrata in produzione e stimolando l’emissione dei rami.
In fase di produzione, si distingue una potatura invernale, necessaria per gestire la produzione in funzione del vigore delle singole varietà ed avere una costante allegagione e produzione. La si effettua tra inverno e fine inverno.
Nella fase produttiva, si effettua la potatura verde che avrà il duplice scopo di mantenere le piante entro le dimensioni desiderate e favorire una sufficiente illuminazione nella parte basale della chioma.
Anche per il ciliegio è consigliabile la pratica dell’inerbimento dell’interfilare con flora spontanea o appositamente seminata con una fascia di 0,8-1,0 m circa non lavorata sotto le piante lungo i filari, sulla quale viene applicato il diserbo chimico con attrezzature schermate.
 
Irrigazione
L’irrigazione è fondamentale nel periodo dell’allegagione e dell’accrescimento del frutto. Gli apporti idrici devono essere effettuati sia durante il periodo precedente la raccolta, sia nel periodo successivo, quando avviene la differenziazione delle gemme a fiore per l’anno successivo. Evitare di sottoporre la pianta a stress idrici, l’irrigazione è alla base di una fruttificazione abbondante e costante negli anni.
 

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