2022
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Fertirrigazione del pomodoro da industria: poca acqua, data bene

Le ristrettezze di acque irrigue potrebbero mettere a dura prova la piante. Un impianto a manichetta efficiente può invece consentire di nutrire in modo mirato la coltura, preservandola anche dagli stress idrici

Fertirrigazione del pomodoro da industria: poca acqua, data bene - le news di Fertilgest sui fertilizzanti

Esempio di un efficiente impianto di fertirrigazione del pomodoro da industria

Fonte immagine: Gianfranco Rocca

Annata sempre più preoccupante, il 2022, con piogge che non riescono a controbilanciare la siccità dei mesi passati. Laghi e fiumi ai minimi storici e monti senza più neve già in primavera, peraltro, non permettono di guardare con ottimismo nemmeno al supporto irriguo delle colture. 


Fra le colture che però si avvantaggiano da sempre di tecniche irrigue all'avanguardia c'è il pomodoro da industria, ove anche la concimazione gioca però un ruolo fondamentale se si vuole ottenere alti livelli quali-quantitativi.

 

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Produrre tanto e bene per avere reddito

Quanto a rese, la media nazionale nel 2021 si sarebbe attestata intorno agli 850 quintali all'ettaro, in crescita dell'8% rispetto all'anno precedente e superiore dell'11% alla media del triennio precedente. Le rese più basse si sono registrate al Nord, con circa 800 quintali di media, valore che ha superato di poco i 900 quintali al Sud. 


Per mantenere tali rese, e magari incrementarle grazie all'insolazione che di certo nel 2022 non manca, serve però prestare la massima attenzione non solo alla difesa fitosanitaria, bensì anche alla nutrizione della coltura. Meglio se somministrata tramite i più opportuni impianti di fertirrigazione. In tal modo si possono infatti migliorare decisamente i parametri qualitativi dei raccolti, a partire dal Grado Brix, garantendo quindi la giusta redditività ai produttori. 


Identikit dei fertilizzanti più idonei

Fra i prodotti più consigliabili, si presentano in primis quelli a base organica, come per esempio quelli che contengono acidi umici e fulvici estratti da leonardite. La loro somministrazione consente di stabilire un rapporto equilibrato tra i diversi nutrienti, migliorando al contempo anche le proprietà fisiche, chimiche e biologiche del terreno. La positiva azione sulla struttura del suolo, inoltre, migliora anche la capacità di trattenere l'acqua, a tutto vantaggio della sua continuità a favore della coltura.


La somministrazione di azoto è poi bene avvenga tramite fertilizzanti in cui l'elemento è stato stabilizzato, al fine di ottimizzarne la disponibilità del suolo, meglio se abbinato ad altri prodotti contenenti elementi come fosforo (specialmente in post trapianto), potassio, magnesio e microelementi, variabili nei loro rapporti in funzione della fase colturale.

 

A questi, nel corso della stagione non dovranno mancare infatti i più opportuni apporti di calcio, al fine di sfruttarne i benefici effetti sulla qualità delle bacche in fase di accrescimento e maturazione. Disponibili sul mercato anche interessanti prodotti a base di microrganismi, atti questi a migliorare le relazioni "suolo-radici", rendendo in tal modo disponibili i nutrienti e generando una diffusa azione biostimolante sulla coltura. 


Massima attenzione va infine rivolta ovviamente alla qualità dell'acqua, prediligendo sempre prodotti che agiscano positivamente sul pH e sulla conducibilità elettrica della soluzione somministrata. 

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