2017
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Cosa fatta per Biolchim e Matécsa Kft

Il Gruppo Biolchim acquisisce una quota del 70% della società ungherese leader nel segmento torbe e terricciati. Sinergie attese in termini tecnici, distributivi e di marketing

Cosa fatta per Biolchim e Matécsa Kft - le news di Fertilgest sui fertilizzanti

Accordo fra Leonardo Valenti di Biolchim, a sinistra, e Zoltan Matécsa, di Matécsa Kft

Il gruppo italiano Biolchim SpA rafforza la propria posizione sul mercato ungherese acquisendo una quota di maggioranza pari al 70% dell'azienda ungherese Matécsa Kft, operante nel segmento dei terricci e dei substrati e distributrice ungherese dal 2009 dei prodotti professionali del Gruppo Biochim.

La Società magiara gestisce un giacimento di torba da cui estrae la fonte principale per i suoi prodotti e dal 1988 Matécsa Kft produce terricci universali da Vermicompost, torba e suolo di foresta. A oggi è uno dei principali produttori ungheresi di terricci. Inoltre, l'azienda commercializza anche prodotti per la copertura del suolo, diversi tipi di fertilizzanti e prodotti per la cura delle piante. Tutti i prodotti sono commercializzati con il marchio Florimo.

Lo stabilimento è locato a Kecel, circa 125 chilometri a sud di Budapest, e ammontano a 35 gli addetti complessivi della società per un fatturato di circa 4 milioni di euro e un margine operativo lordo di 1,4 milioni di euro.

L'azienda vende i propri prodotti in Ungheria attraverso una vasta rete di distribuzione, così come esporta in Paesi vicini come la Slovacchia, Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Romania e Bulgaria.

Grazie a questa joint venture, il gruppo Biolchim-Cifo beneficerà di forti sinergie in termini logistici, di marketing e di produzione. Inoltre ci saranno importanti opportunità di cross selling nel business "Home & Garden" tra i brand Cifo e Florimo in tutti i mercati in cui i prodotti sono attualmente commercializzati.

L'ingresso del Gruppo italiano nel pacchetto azionario di Matécsa Kft è anche coinciso con un importante aspetto tecnico. Durante il processo di negoziazione si è anche messo a punto una tecnologia per l'estrazione da torba di acidi umici e fulvici al fine di verificare la possibilità di utilizzare tale fonte come materia prima per alcuni prodotti già distribuiti dal Gruppo. Ciò conferisce un vantaggio strategico non da poco, dal momento che permette di seguire il prodotto fin dalla sua origine processandolo in modo "sartoriale" in funzione delle peculiarità che si vogliono conferire al formulato finito. Un vantaggio di cui inizialmente si avvantaggerà in Italia soprattutto la rete tecnica e commerciale di Cifo, visti i suoi prodotti altamente specialistici nel segmento Home&Garden, ma che non è ovviamente precluso al catalogo prodotti per l'agricoltura, il quale promette di arricchirsi velocemente di nuove proposte ad alto valore tecnologico aggiunto.

Sia Leonardo Valenti, CEO del Gruppo Biolchim, sia Zoltán Matécsa, Amministratore delegato e fondatore di Matécsa Kft, concordano sul fatto che la joint venture sia fondamentale per migliorare il posizionamento competitivo di entrambe le società nel settore della cura e nutrizione delle piante.

Per Matécsa Kft l'accordo è stato seguito da Invescom Corporate Finance e da Jalsovszky Law Firm, mentre per il Gruppo Biolchim-Cifo sono entrati in gioco i consulenti legali dello studio Simmons & Simmons e alcuni professionisti locali come Krisztina Both, della Piemont Consulting, e Gàbor Veress. Unicredit ha inoltre assistito le parti in Italia e Ungheria per finalizzare l'accordo.

Cresce quindi ulteriormente Biolchim-Cifo Group, di proprietà del fondo di Private Equity Wise, il cui team  guidato da Leonardo Valenti ha un fatturato di circa 85 milioni di euro e opera in oltre 70 paesi, sia attraverso partnership commerciali, sia le proprie filiali di vendita e di distribuzione. L'operazione rappresenta un ulteriore passo nel progetto Biolchim di crescita di acquisizioni e joint venture, avviato nel 2008 dal team di gestione e che negli ultimi tre anni è stato accelerato grazie all'acquisizione del 100% di Cifo, occorsa nel 2014, e di una quota rilevante in West Coast Marine Bio Processing, in cui il Gruppo bolognese è entrata nel 2015.

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