Cime di rapa

Classificazione coltura: Ortaggi > Cavoli
Cime di rapa - Coltivazione e fertilizzanti consigliati - Colture - Fertilgest
Classificazione Botanica
Famiglia: Brassicaceae
GenereBrassica
SpecieBrassica rapa subsp. sylvestris var. esculenta
La Cima di rapa (detta a anche Broccoletto di rapa e/o Friarielli) viene coltivata per l'utilizzo delle infiorescenze e della parte tenera del fusto con le foglie, come verdura cotta. È una produzione tipicamente mediterranea assai ricercata nel periodo autunno-invernale. Le regioni di maggiore diffusione sono il Lazio, la Puglia e la Campania. 
È una pianta di origine mediterranea e si differenzia dalla rapa comune per il ciclo annuale e la radice fittonante che non si ingrossa. All'inizio si sviluppa una rosetta di foglie allungate provviste di picciolo, irregolarmente lobate e dentate, glabre o poco pelose. Dopo un breve periodo di tempo variabile a seconda della precocità della cultivar emette uno scapo fiorale carnoso e molto ramificato con infiorescenze (racemi) serrate, ombrelliformi che vengono raccolte prima dell'apertura dei fiori. L'attitudine al ricaccio permette di fare più raccolte nel corso del ciclo. I fiori e la biologia fiorale sono simili a quelli della rapa.
Le Cime di Rapa non resistono molto al freddo, pur essendo ortaggi a coltivazione invernale. Le gelate possono danneggiare la pianta e per questo motivo al nord occorre scegliere varietà precoci, che vadano in raccolta prima dei mesi più freddi, e calibrare bene la scelta del momento di semina per evitare che arrivi il gelo a mettere in difficoltà la pianta.
 

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La Cima di Rapa si adatta ai diversi tipi di terreno, ma predilige quelli profondi, freschi e ben drenati, con pH compreso tra 6,5 e 7,5 e con bassa salinità.
Le esigenze nutritive sono generalmente medio-basse.
Il ciclo colturale delle cime di rapa, infatti, risulta differente a seconda della zona di produzione.
Al Sud, al Centro e sulle Isole la cima di rapa viene seminata da luglio a fine estate di modo da poter effettuare la raccolta da settembre fino a aprile dell’anno successivo.
Al Nord, invece, si anticipano i tempi: in queste condizioni climatiche si utilizzano solo semi di varietà precoci che, messi a dimora a luglio, producono da fine estate fino alle prime gelate invernali, intorno a novembre.
Le cime di rapa, come tutte le crucifere, è molto esigente in zolfo. La somministrazione di fertilizzanti a base di zolfo sembra possa far aumentare la produzione.
In dipendenza di diversi fattori agronomici e dalla precocità o meno delle cultivar, la produzione varia da 10 a 25 ton/ha, in rapporto al numero di sfalci effettuati.

 
La cima di rapa è un ortaggio senza grandi pretese in materia di nutrienti e non necessita interventi di concimazione importanti.
Essendo una pianta autunnale richiede un terreno ben preparato, in modo che sia ben drenante e che la coltivazione non venga infastidita dalle piogge stagionali.
Come per molti ortaggi a foglia, eccessi di concimazione azotata oltre a rendere la pianta più sensibile alle malattie, possono causare accumuli di nitrati nelle foglie e nell’infiorescenza. Sembra che la forma di azoto nitrico-ammoniacale sia quella che dà i migliori risultati.
 
La disponibilità di fosforo nel terreno è generalmente buona in condizioni di pH acido (5,5-6,5). Di conseguenza, nei terreni neutri o sub-alcalini il fosforo può essere fornito in forma solubile alle piante da parte dell’agricoltore attraverso la concimazione di fondo.
Fra i concimi che più contribuiscono all’apporto di fosforo c’è il perfosfato triplo - Ca(H2PO4)- con titolo 46-48% di P205.
Il consumo di potassio da parte della cima di rapa è da 2 a 3 volte più elevato rispetto al fosforo. Nel caso di una coltivazione tardiva a ciclo lungo, potrebbe essere meglio frazionare una parte degli apporti di potassio, possibilmente in copertura.
Si preferisce apportare il potassio sotto forma di solfato visto l’esigenza di zolfo della pianta. Una carenza di potassio ha per conseguenza una produzione d’infiorescenze più leggere.

Calcio

Le funzioni del Calcio nelle piante di Cima di Rapa, sono assimilabili a quelle della maggior parte delle colture e prevalentemente collegate alla resistenza meccanica dei tessuti vegetal: i pectati di calcio svolgono infatt un’importante azione di sostegno e di rinforzo strutturale delle lamelle mediane delle membrane cellulari.
Non è generalmente necessario programmare apporti specifici di questo elemento che è spesso già contenuto nella formulazione di fertilizzanti. 


Magnesio

Il ruolo del Magnesio nella coltivazione della Cima di Rapa è simile a quello che l'elemento riveste in tutte le colture: costituente fondamentale della clorofilla, è coinvolto nella fotosintesi, nell’assorbimento dei nutrienti, nel loro trasporto, in quello dei carboidrati ed in molti processi enzimatici.
In terreni poveri di magnesio, sono da preferire fertilizzanti NPK contenenti MgO oppure del solfato di potassio magnesiaco.


Zolfo

Aspetto caratteristico che contraddistingue sicuramente tutte le Brassicacee è un forte fabbisogno dell’elemento zolfo, che viene asportato dalle piante di questa famiglia in cospicue quantità, anche superiori al fosforo.
Nelle Cime di Rapa, come anche nelle altre colture della stessa famiglia, in caso di carenza di zolfo le foglie restano piccole e di colore giallo.
Le richieste medie per lo zolfo vanno infatti dai 30 ai 40 kg/ha.
 
È considerata una coltura da rinnovo (intercalare) e nelle rotazioni può seguire il grano o gli ortaggi come la fava, il pisello, la carota e la patata.

Normalmente la cima di rapa si semina a spaglio o a file distanti 40-50 cm e 10-30 cm lungo la fila, a seconda dalla precocità della varietà scelta. A livello hobbistico viene fatto anche il trapianto di piantine in panetto di torba.
L'epoca di semina più frequente è tra luglio e settembre, dopo una coltura orticola a ciclo primaverile-estivo; al sud si effettuano anche semine invernali per la produzione primaverili.
Per la semina, il terreno deve essere preliminarmente ripulito dai resti di erbe e della coltura precedente, e affinato accuratamente. È utile spargere qualche manciata di stallatico naturale.
Il diradamento, sempre utile nel caso di semina troppo fitta, è indispensabile in ogni caso per le cime di rapa tardive, che devono trovarsi ad almeno 20-30 cm le une dalle altre fin da piccole. Questo garantisce lo spazio sufficiente a ciascuna pianta per espandersi, e di conseguenza le piante in esubero devono essere eliminate presto.

Durante la coltura delle cime di rapa è consigliabile evitare una eccessiva concimazione, che può danneggiare lo sviluppo della pianta e il sapore del prodotto raccolto.
Prima dell'impianto, si può distribuire un letame maturo oppure un compost e del concime fosfatico come un perfosfato o il fosfato biammonico. In una fase successiva, per favorire la crescita e lo sviluppo delle piante, si può fare ricorso a ulteriori concimazioni, quali il nitrato ammonico, il solfato di potassio o un fertilizzante NPK con un rapporto di titolo 1 - 0,5 - 1,5. L'impiego dell'azoto è consigliato solo in caso di coltivazioni in terreni poco fertili che faticano a svilupparsi e, in ogni caso, va distribuito in copertura con la coltura in atto.

La raccolta avviene quando l'infiorescenza principale ha raggiunto un buon sviluppo, dopo circa 40-60 giorni per le cultivar precoci e 90-120 per le tardive.
Le piante vengono tagliate a 10 cm circa da terra per permettere alla pianta di ricacciare.
Dopo la raccolta le cime di rapa possono essere conservate in frigo per 2-3 settimane al massimo in quanto le foglie vanno incontro ad ingiallimento.

Durante i primi periodi dopo la semina le irrigazioni dovranno essere frequenti, soprattutto in assenza di pioggia. Poi, una volta che le piantine saranno più grandi e avranno anche approfondito i loro apparati radicali, sarà possibile ridurre gli interventi fino a sospenderli.
 

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