Il sorgo si adatta a vari tipi di terreno, anche se preferisce quelli argillosi e profondi.
Tollera la salinità ed un'ampia gamma di valori pH (da 5,7 a 8,3) ma è sensibile alla crosta superficiale nelle prime fasi di emergenza.
La perfetta preparazione del terreno è uno dei punti più delicati della coltura; sia per favorire l’approfondimento radicale, costituire nel terreno le giuste riserve idriche (il sorgo è pianta da asciutta) che per favorire il più possibile la nascita delle piantine ed il loro sviluppo, visto la piccolezza del seme e la delicatezza delle plantule in fase di germinazione.
Il sorgo da granella è una pianta annuale che si autofeconda, a ciclo C4, caratteristica che consente alla pianta di ottenere una buona resa fotosintetica conferendo una migliore efficienza in condizioni climatiche calde e siccitose.
Il sorgo da granella nella rotazione, potrebbe, senza seri inconvenienti, succedere a se stesso. Di norma è considerata una pianta da rinnovo che segue e precede un cereale vernino. Non frequente è il caso di sorgo in coltura ripetuta, dato che negli ambienti aridi, dove il sorgo viene seriamente preso in considerazione, le colture più sicure e redditizie sono i cereali vernini, ai quali il sorgo si alterna per evitare gli inconvenienti dello ristoppio o ringrano.
Il sorgo da granella non si presta a essere fatto in seconda coltura, ma solo in coltura principale. L’acqua non deve mancare specie nel periodo critico.
Relativamente alla densità di semina, quando la stessa è insufficiente non si avranno buone rese anche se le spighe saranno più grandi rispetto a quelle che si ottengono con una densità di semina più elevata.
Per la semina, è importante avere una buona struttura del terreno e di curare bene la preparazione del letto di semina.
Il sorgo si semina da fine marzo a fine aprile, anche se è necessario porre attenzione a non seminarlo troppo in anticipo. Devono essere presenti temperature di almeno 14-16°C, periodo corrispondente nel centro-nord Italia all'incirca nella seconda metà di aprile. Le esigenze termiche del sorgo sono maggiori rispetto al mais. La buona riuscita della coltura è in gran parte legata alla qualità dell'emergenza.
La distanza interfila di semina può variare da 30 a 80 cm, il valore ottimale è tra i 40 e i 60 cm per consentire una migliore distribuzione delle piante. Una distanza interfila ridotta è più appropriata per le varietà precoci. È preferibile utilizzare una seminatrice pneumatica di precisione.
La profondità ideale è di 20-30 mm (massimo 40 mm) in terreno possibilmente ben rassodato da una rullatura in presemina.
Il diserbo è un altro aspetto tecnico molto importante.
Si raccoglie da metà agosto fino a metà settembre, con la mietitrebbia. Successivamente possiamo liberare facilmente il terreno e prepararlo per la coltivazione di colture autunno-vernine (ad esempio frumento tenero o frumento duro).
Concimazione
Il sorgo è una coltura non molto esigente in termini di fabbisogno di fosforo e potassio. È sempre importante una attenta valutazione dei nutrienti con un’analisi chimico/fisica agraria del terreno. Tuttavia, nei terreni poveri di fosforo e potassio, se ne consiglia un’integrazione con concimazioni alla preparazione del letto di semina.
In assenza di letame le dosi più consigliabili sono le seguenti: 60-90 Kg/ha di P2O5 da dare pre-semina; 150-180 Kg/ha di azoto da dare frazionato in copertura come nitrato ammonico e poi urea. Data la natura argillosa dei terreni sui quali il sorgo si può coltivare, non sempre è certa l’utilità della concimazione potassica.
Irrigazione
In ambienti climatici ad aridità primaverile-estiva molto spinta (Italia meridionale) nemmeno il sorgo riesce a produrre in coltura asciutta con risultati soddisfacienti. In questi casi una sorghicoltura interessante è possibile solo qualora esistano disponibilità idriche che non hanno migliore utilizzazione.
Si tratta di fornire un limitato sussidio irriguo di soccorso quando la coltura del sorgo passa la fase più critica che va dalla botticella alla maturazione lattea. In questo periodo apporti dell’ordine di 150-200 mm consentono di raggiungere produzioni dell’ordine di 7-8 t/ha di granella secca e oltre.
Le radici del sorgo si spingono assai in profondità per attingere acqua e quindi si può irrigare in modo più intenso con turni più lunghi; inoltre l’esigenza di tempestività è assai meno sentita che nel mais, dato che per il sorgo il limite di intervento irriguo è più basso che nel mais e che il sorgo può entrare in quiescenza.